Il blitz antimafia “Redivivi”, il Comune sarà parte civile: tutti gli indagati verso riti alternativi

 
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Gela. Patteggiamenti e riti abbreviati. Sono queste le richieste preannunciate dai legali dei ventiquattro indagati, tutti finiti al centro del blitz antimafia “Redivivi”. Il Comune sarà parte civile. Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, il presunto gruppo retto dalla famiglia Trubia avrebbe imposto richieste di denaro ma soprattutto aziende “di fiducia” nelle campagne della città. Il gruppo, inoltre, si sarebbe finanziato anche per il tramite della droga piazzata al dettaglio. Il blitz venne eseguito dagli agenti di polizia del commissariato e da quelli della mobile di Caltanissetta. I difensori, davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta Alessandra Giunta, hanno già preannunciato la volontà di accedere a riti alternativi. Il Comune, alla fine, è riuscito ad aggiungersi alle parti civili costituite. L’avvocato Anna Gambino, per conto dell’ente, ha ottenuto il via libera dal gup, nonostante l’opposizione di alcuni difensori degli indagati che hanno ritenuto fuori termine la richiesta di costituzione arrivata dall’ente comunale.  Il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta Luigi Leghissa ha inoltrato la richiesta di contestare la recidiva solo ad alcuni dei ventiquattro indagati. Una scelta che potrebbe rendere ancora più pesante la loro posizione, soprattutto per i presunti capi dell’organizzazione. Le accuse vengono mosse a Vincenzo Trubia, Rosario Maichol Trubia, Francesco Graziano Giovane, Davide Trubia, Nunzio Trubia, Luigi Rizzari, Rosario Trubia, Manuele Rolla, Pasquale Lino Trubia, Baldassarre Nicosia, Luca Trubia, Simone Trubia, Pasquale Andrea Trubia, Rosario Caruso, Ruggiero Biundo, Petrut Ursica, il ventiseienne Rosario Trubia, il trentenne Giuseppe Cannizzo, Giuseppe Carnazzo, Fabio Crisci, Simone Maugeri, Cristofer Luca Tasca e Serafino Tuccio. Parti civili sono anche i quattro imprenditori che sarebbero stati presi di mira dal gruppo con l’obiettivo di imporgli la messa a posto, anche tramite la guardiania privata, sono rappresentati dall’avvocato Giovanni Bruscia. L’associazione antirackt “Gaetano Giordano”, invece, è rappresentata dall’avvocato Giuseppe Panebianco. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Carmelo Tuccio, Nicoletta Cauchi, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Salvo Macrì, Maurizio Scicolone, Grazio Ferrara, Valentina Lo Porto,  Giovanni Cannizzaro, Annarita Lorefice, Nunzio e Salvatore Citrella, Italo Alia. Si tornerà in aula il prossimo 26 luglio.

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