Il maxi cantiere della 640, tanti i gelesi in trasferta: “La Tecnis va via ma gli operai non rischiano”

 
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Gela. Dieci saranno destinati ad altri cantieri del gruppo; quindici, invece, passeranno tra le fila di Empedocle2 e Cmc. “I gelesi sono almeno il 15%”. Dopo l’abbandono della Tecnis, diversi operai impegnati nei cantieri per il raddoppio della statale 640 Caltanissetta-Agrigento, dovranno cambiare programmi. In ogni caso, il loro futuro occupazionale nel maxi cantiere verrà garantito. Ad assicurarlo sono i segretari provinciali del settore edile di Fillea, Filca e Feneal. Proprio Francesco Cosca, Francesco Iudici e Dathan Di Dio, intanto, si preparano ad un confronto in prefettura a conclusione del periodo estivo. Si tratta di uno dei più importanti cantieri edili dell’intera isola. Nei lavori sono impegnati anche diversi operai gelesi in trasferta. “Non ho cifre precise – dice il segretario provinciale della Filca Cisl Francesco Iudici – ma gli operai gelesi impegnati nei cantieri, tra general contractor e aziende subappaltatrici, sono circa il quindici percento del totale”. La Tecnis, tra le aziende italiane più importanti del settore, ha scelto di abbandonare il cantiere della 640 per timore di scoprire eccessivamente le casse, davanti a pagamenti, soprattutto di enti pubblici, decisamente in ritardo. La fetta dei lavori ottenuta dalla Tecnis passerà ad Empedocle2 e alla romagnola Cmc: le altre due aziende che formavano il consorzio aggiudicatario dell’appalto milionario bandito da Anas.

“Operai garantiti”. Nei cantieri per il raddoppio della statale 640 sono impegnate anche tra aziende subappaltatrici gelesi. Solo per una di queste i lavori sono praticamente conclusi. “In effetti – aggiunge ancora Iudici – una delle aziende gelesi aveva stretto un rapporto contrattuale con la sola Tecnis e, di conseguenza, ha cessato l’attività con l’addio proprio della Tecnis”. Allo stato attuale, i cantieri assegnati all’azienda con sedi amministrative a Catania e Roma sono fermi. “Gli operai, fino alla ripresa – conclude il sindacalista – sono perlomeno coperti dai fondi per la disoccupazione. In attesa, ovviamente, di essere riassorbiti dalle altre due aziende general contractor”.  

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