Il maxi debito Tekra spacca il Pd e fa cadere il numero legale: alla Ghelas il ripristino dei sedimi

 
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Gela. Il debito fuori bilancio da oltre due milioni di euro, da regolarizzare a favore della Tekra, fa cadere il numero legale in consiglio comunale. Salta il numero legale sul debito Tekra. Non c’è ancora nessuna intesa tra consiglieri, dirigenti e amministrazione comunale. Ad inizio seduta, è stato il centrista Carmelo Casano ad attaccare pesantemente l’amministrazione. “Avevamo chiesto di formare un gruppo di lavoro che potesse analizzare meglio tutti gli atti legati al debito nei confronti di Tekra – ha detto – e, invece, l’amministrazione comunale non si è neanche degnata di rispondere. Allora, dimettiamoci tutti. Non siamo pupi che vengono in aula a votare debiti fuori bilancio e, magari, a subire tutte le conseguenze del possibile intervento della Corte dei conti”. Una linea analoga, quella del consigliere del Polo Civico Sandra Bennici. “Il nostro gruppo è pronto a votare il debito – ha detto – ma vorremmo delle spiegazioni sulle mancate risposte della giunta”. In aula, non c’era il sindaco Domenico Messinese. Il maxi debito, derivante da quattro canoni contrattuali non ancora saldati all’azienda che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città, ha spaccato anche il Partito Democratico. Mentre il consigliere del Pd Romina Morselli, con il sì del capogruppo Vincenzo Cirignotta e dell’altro esponente democratico Carmelo Orlando, ha chiesto di anticipare la trattazione di altri punti all’ordine del giorno, posticipando quello sul debito Tekra, Giuseppe Ventura è stato del tutto contrario. “Non so cosa faranno gli altri consiglieri – è intervenuto – ma io ritengo che ci siano tutte le condizioni per approvare il debito. I revisori dei conti lo hanno ribadito senza ombra di dubbio”. Non a caso, sia l’ex assessore della giunta Fasulo sia l’altro democratico Salvatore Gallo si sono opposti alla posposizione del dibattito sul debito. Alla fine, però, in aula sono rimasti ben pochi consiglieri, tanto da costringere il presidente Alessandra Ascia a dichiarare la chiusura anticipata della seduta. E’ passato, invece, l’altro debito fuori bilancio all’ordine del giorno, ovvero quello vantato da due professionisti incaricati, negli scorsi anni, di effettuare uno studio tecnico relativo al piano regolatore generale. Un fardello per le casse dell’ente da circa trecentomila euro.

Si apre ad un monopolio della Ghelas? Non sono mancate polemiche neanche quando si è trattato di approvare il nuovo regolamento per il ripristino dei sedimi stradali. Tutto si è giocato intorno al ruolo della Ghelas che avrà, tra le proprie competenze d’intervento, anche quella relativa appunto al ripristino dei sedimi dopo i lavori di scavo. “In questo modo, state legittimando un vero e proprio monopolio da parte della Ghelas, a discapito di aziende private del settore – hanno detto i grillini Angelo Amato e Vincenzo Giudice – vorremmo capire se la Ghelas abbia dotazione di personale in grado di svolgere tutti questi lavori. Come fa con soli trenta operatori impegnati attivamente in tutta la città?”. Dubbi che sono stati avanzati anche dai forzisti Salvatore Scerra e Crocifisso Napolitano. Il dirigente del settore presente in aula, però, ha ribadito che la Ghelas non andrà a limitare l’eventuale intervento di aziende private. “Questo regolamento – ha detto il consigliere Cristian Malluzzo – è il frutto di un lavoro di collaborazione svolto dalla commissione urbanistica e da quella affari generali. Chiedo alla giunta, però, di collaborare come facciamo noi consiglieri. Perché dobbiamo venire a sapere solo dalla stampa che l’amministrazione ha dato il via libera ai lavori di adeguamento di piazza San Francesco? Solo qualche settimana fa, il sindaco ci ha convocati per chiedere maggiore collegialità e abbassare i toni della polemica politica. Perché questo spirito di collaborazione sembra manifestarsi solo ad intermittenza?”. Favorevole al regolamento, comunque, si è detto anche l’altro esponente della commissione urbanistica Vincenzo Cascino. Alla fine, con tre voti contrari, il regolamento è stato approvato dall’aula.

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