Il piano di rilancio del centro storico è fermo, Antonio Torrenti: “80 mila euro a rischio…”

 
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Gela. Il progetto per il rilancio del centro storico, varato negli scorsi mesi in base al piano presentato dalla commissione comunale sviluppo economico, sta diventando un vero e proprio caso politico.

Ottantamila euro stanziati in bilancio. In queste ore, il sindaco Domenico Messinese è a confronto proprio con i componenti della commissione. “Onestamente, non posso nascondere le mie perplessità – spiega il presidente della commissione Antonio Torrenti – siamo a poche settimane dal periodo natalizio e niente si è mosso. Siamo riusciti ad ottenere una specifica voce di bilancio, con circa ottantamila euro, ma rischiamo di vanificarli. Adesso, in base a quanto anticipato dal sindaco, emerge la volontà della giunta di utilizzare questi soldi per organizzare le ricorrenze natalizie in città. Così, però, siamo davanti al raggiro di quanto deciso in consiglio comunale. Sembra quasi che chi doveva sostenere il progetto, adesso remi contro. Va bene il sostegno agli eventi natalizi ma la giunta dovrebbe anche fare un passo nella nostra direzione. Perché non c’è mai stata una delibera ufficiale che ratifichi il progetto di rilancio del centro storico che gli stessi esercenti ci hanno chiesto?”. Il piano è stato presentato in consiglio comunale dopo il lavoro preliminare concluso dallo stesso Torrenti e dagli altri componenti della commissione sviluppo economico Vincenzo Giudice, Angela Di Modica, Anna Comandatore e Carmelo Orlando.

“Attacchi sia nel Megafono sia in commissione”. “Ho votato sì al bilancio di previsione 2016 proprio perché siamo riusciti a far passare i nostri emendamenti – conclude – adesso, invece, sembra quasi che quella scelta mi si debba ritorcere contro, sia tra le fila del Megafono sia all’interno della commissione, dove sono costantemente sotto attacco da parte di alcuni degli altri componenti. Nonostante tutto, proseguirò a chiedere conto e ragione non solo del destino del progetto per il centro storico ma anche di quanto accaduto agli undici milioni di euro delle compensazioni minerarie che devono tornare in città”.

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