Il taglio di Prezioso K non convince i sindacati: il Pd attacca Messinese e Siciliano, “non hanno alzato un dito”

 
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Gela. Niente piattaforma Prezioso K ma una base a terra per lo sfruttamento dei giacimenti Argo e Cassiopea. “Bisogna monitorare il rispetto degli accordi”. La novità emersa ieri nel corso del confronto al Ministero dello sviluppo economico fa storcere il naso ai chimici di Filctem, Femca e Uiltec ma anche ai consiglieri comunali del Partito Democratico. “Esprimiamo perplessità sulla volontà di Eni di modifica del progetto di costruzione della piattaforma che prevede la riduzione della portata finanziaria dell’investimento programmato nelle intese – scrivono i segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania – il rispetto di quanto definito negli accordi di novembre 2014 è fondamentale per il rilancio del sistema industriale con gli effetti previsti per l’occupazione diretta ed indiretta. Come organizzazioni sindacali rivendichiamo chiarezza e chiediamo ad Eni rassicurazioni in tal senso. L’azienda dovrà pertanto garantire alla città che gli investimenti concordati non subiscano nessuna modifica. Pur apprezzando le ricadute sul piano della sostenibilità ambientale e delle previsioni occupazionali, ipotizzate dal nuovo progetto di realizzazione di impianti a terra nell’area della raffineria, ribadiamo l’importanza del rispetto delle tempistiche, dell’accelerazione degli iter autorizzativi e della certezza delle attività realizzative industriali ed infrastrutturali. Il tutto dovrà essere verificato da un continuo monitoraggio nazionale e locale, attraverso incontri sia di natura tecnica che politica”.

Il Pd attacca sindaco e vice. Perplessità che vengono sollevate anche dal gruppo consiliare del Partito Democratico. “Ancora una volta il cane a sei zampe, sfruttando la debolezza di un’amministrazione che rappresenta sè stessa, ha letteralmente stravolto il protocollo d’intesa – spiegano Peppe Di Cistina, Vincenzo Cirignotta e Claudia Caizza – accordo che seppur criticato prevedeva investimenti imponenti per il nostro territorio. Rinunciare alla costruzione di Prezioso K significa svuotare di contenuti il protocollo, in quanto dei 2,2 miliardi di euro di investimenti previsti, 1,8 miliardi erano destinati agli investimenti offshore. Capite bene che l’intesa ministeriale comporta un forte ridimensionamento degli investimenti e l’impegno di Eni di realizzare lo sfruttamento dei giacimenti a terra non garantisce minimamente il mantenimento dei livelli occupazionali. Come è possibile che il sindaco ed il vicesindaco, dopo tantissimi incontri romani fatti con i soldi dei contribuenti, non abbiano alzato un dito di fronte alla scelta di Eni di cambiare il piano industriale in modo unilaterale con conseguente riduzione degli investimenti? Come mai hanno accettato un accordo al ribasso ai danni del territorio?”. Davanti all’esito dell’incontro al Ministero dello sviluppo economico, i democratici chiederanno una seduta straordinaria del consiglio comunale.

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