In aula consiliare dove i “conti” non tornano: la maggioranza è castrata?

 
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Gela. I continui problemi manifestatisi in consiglio comunale sono sintomo di una maggioranza politica castrata? Stando ai numeri, almeno quelli degli schieramenti ufficiali, sembrerebbe proprio di sì. Allo stato attuale, infatti, a supporto del sindaco ci sono almeno ventiquattro consiglieri.

Quelli di Pd ed Mpa, ai quali aggiungere, anche se la loro autonomia è evidentemente maggiore, i due esponenti del Megafono Maria Pingo e Gaetano Trainito, gli indipendenti Salvatore Cauchi e Santo Giocolano e, anche se con molti distinguo, il nuovo gruppo riformista formato dal critico Giuseppe Morselli e da Salvatore Mendola, pronti ad appoggiare ogni atto che possa far bene alla città.
I bastian contrari politici nel civico consesso, invece, si possono veramente contare sulle dita di una mano. Il rappresentante del Nuovo Centro Destra Luigi Farruggia, l’esponente di Scelta Civica Salvatore Gallo, i tre del movimento Articolo 4 Terenziano Di Stefano, Giuseppe Di Dio e Nicolò Gennuso oltre all’indipendente Antonino Ventura. Allora, perché davanti a numeri di questo tipo diventa un’impresa mitologica l’approvazione di singoli atti arrivati in aula?
“I problemi sono interni al Partito Democratico che non riesce a dialogare con il sindaco dello stesso colore politico”. Questa, la spiegazione più diffusa davanti al frequente caos politico che va in scena tra i banchi del civico consesso. Senza dialogo tra il sindaco Angelo Fasulo e i consiglieri democratici non si va avanti?
Tutt’altro, le frequenti assenze tra i banchi di maggioranza hanno quasi fatto da scintilla per la costituzione di quella che tutti hanno ribattezzato maggioranza dei dodici. Un gruppo, decisamente eterogeneo sul fronte politico, che riesce a compattarsi davanti a situazioni d’emergenza. Si veda, per tutti, il caso McDonald’s o quello dei tanti debiti fuori bilancio passati in aula.
Non a caso, diversi esponenti del Partito Democratico digeriscono con evidente difficoltà l’esistenza di una sorta di maggioranza parallela. Oramai, l’andazzo sembra più che consolidato. La grana Agroverde e il recente dibattito sul caso, politico ma soprattutto burocratico-amministrativo, non favoriscono per nulla il riavvicinamento tra il primo cittadino e una larga parte del suo partito rappresentato in aula.
Allo stato attuale, e non è un mistero per nessuno, i democratici più vicini al sindaco Angelo Fasulo sono le new entry in consiglio Gaetano Orlando e Salvatore Liardo, Giacomo Gulizzi, Giuseppe Manfrè, Giovanni Cravana. Esponenti di un Pd più “fasuliano” sempre pronti a dialogare con i rappresentanti di altri schieramenti.
Decisamente diverso il discorso quando ci si riferisce ad importanti esponenti dello stesso partito come Enrico Vella, Antonino Biundo, Nuccio Cafà e Rocco Giudice che non hanno mai accettato l’eccessivo “fair-play” politico dimostrato dal sindaco in questi anni di legislatura, sempre pronto ad aprire la porta a schieramenti e gruppi risultati perdenti nella competizione elettorale.
I conti, a questo punto, si faranno in vista della prossima scadenza elettorale e, difficilmente, il “fair-play” riuscirà a trionfare.  

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