In manicomio criminale 9 anni per aver rubato 20 euro alla nonna: La Perna è libero

 
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Gela. Dopo nove anni di carcere psichiatrico, il trentaduenne Antonio La Perna torna ad essere un uomo libero. Ha ripreso a vivere da una stanza dell’appartamento di Rovigo. Si  è rilassato ascoltando i brani melodici di Gianni Celeste e Nino D’Angelo. Mercoledì pomeriggio ha lasciato l’Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, dove era stato rinchiuso in attesa di una sentenza. L’uomo era finito in carcere con l’accusa di avere rubato venti euro alla nonna che, poco dopo, aveva ritirato la denuncia. Una vicenda giudiziaria dai contorni tutt’altro che limpidi che, almeno da un punto di vista procedimentale, sta continuando il suo iter in attesa che il giudice sentenzi sull’accusa di tentata estorsione. “Una volta fuori dal manicomio criminale ha urlato contro l’Opg – racconta Salvatore La Perna, padre di Antonio – Le mie battaglie non sono state vane. Oggi, torno ad avere una famiglia. La mia compagna ha accolto Antonio con immutato affetto. Durante la sua detenzione sono decedute sia mia moglie che mia figlia. E’ un dolore incolmabile. Adesso qualcuno dovrà risarcire l’ingiusta detenzione di mio figlio in un Ospedale psichiatrico giudiziario”.

“Antonio è finalmente un uomo libero – assicura l’avvocato di fiducia, Concetta Di Stefano – Il prossimo 28 ottobre è fissata un’udienza dove noi presenteremo le perizie psichiatriche che consentiranno di provare la sua incapacità di intendere e volere”. Il giudice dell’udienza preliminare, Paolo Fiore, si sarebbe dovuto pronunciare in quell’occasione anche su una eventuale revoca della misura di sicurezza come richiesto dall’avvocato di fiducia. “I procedimenti avviati a seguito della querela sporta dalla nonna e successivamente ritirata – aggiunge il legale Di Stefano – potrebbero decadere a breve. Rimane in piedi il procedimento legato alla presunta estorsione da venti euro ai danni sempre della nonna. Nonostante il ritiro della denuncia, si tratta di un reato che segue la sua procedibilità d’ufficio. Speriamo però che le perizie psichiatriche vengano prese in considerazione”.

Ufficialmente non è stata resa nota la decisione che ha permesso ad Antonio La Perna di lasciare l’Ospedale psichiatrico giudiziario. Pare che la stessa responsabile della struttura psichiatrica di Reggio Emilia avesse avanzato reclami, rivolgendosi direttamente al ministero di Grazia e Giustizia. Indiscrezioni, queste, confermate da Salvatore La Perna. “Avevo inviato l’ennesimo fax per ottenere la sospensione della misura di sicurezza – conclude il padre di Antonio – A mezzogiorno di mercoledì ho ricevuto una telefonata dall’Opg con la quale mi hanno comunicato l’avvenuta scarcerazione di mio figlio”. 

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