In raffineria parte Btu per le biomasse, “dal 2023 stop all’olio di palma”

 
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L'impianto Btu di Eni all'interno della raffineria

Gela. È stato avviato e collaudato il nuovo impianto Btu, Biomass Treatment Unit, che consentirà alla bioraffineria di contrada Piana del Signore di utilizzare fino al 100 per cento di biomasse che non siano in competizione con la filiera alimentare, dagli oli alimentari esausti ai grassi da lavorazioni ittiche e di carni prodotte in Sicilia, con l’obiettivo di realizzare un modello di economia circolare a chilometri zero per la produzione di biodiesel, bionafta, biogpl e bio-jet. La bioraffineria, inoltre, potrà anche essere alimentata dall’olio di ricino, grazie al progetto sperimentale di coltura di piante di ricino su terreni semidesertici in Tunisia, sostituendo così completamente l’olio di palma che dal 2023 non sarà più impiegato nei processi produttivi di Eni. La costruzione dell’impianto è iniziata nei primi mesi del 2020 e nonostante i rallentamenti causati dalla gestione delle attività durante la pandemia è stato sostanzialmente completato nei tempi previsti. Sono state lavorate 1,3 milioni di ore, traguardando l’obiettivo zero infortuni, sia per le persone Eni, sia per i lavoratori delle imprese in appalto.

Con l’avvio del Btu si completa la seconda fase della trasformazione del sito industriale, che si qualifica come sito esclusivamente dedicato a processi produttivi sostenibili e concretizza il processo di decarbonizzazione e transizione energetica che caratterizza la strategia Eni, impegnata a raggiungere la totale decarbonizzazione di prodotti e processi entro il 2050. Tra i punti salienti del piano 2021-2024 è infatti previsto il raddoppio della capacità produttiva delle bioraffinerie Eni a circa 2 milioni di tonnellate entro il 2024, l’aumento a 5-6 milioni di tonnellate entro il 2050. Il Btu si aggiunge ai già realizzati impianti Ecofining, tecnologia Eni-UOP per la produzione di biocarburanti da materie prime di origine biologica, lo Steam Reforming per la produzione di idrogeno e l’impianto pilota Waste to Fuel, realizzato da Eni Rewind, che consente di trasformare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani in bio-olio e bio-metano. La trasformazione dell’ex petrolchimico è considerata dall’azienda come un esempio di economia circolare rigenerativa, che ha permesso la riconversione di cicli produttivi basati su fonti fossili e che va di pari passo con un piano di demolizioni di impianti non più funzionali alla produzione di biocarburanti e per il risanamento ambientale.

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