Inchiesta “Leonessa”, nel terzo filone processuale ritirata la contestazione di mafia

 
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Brescia. La contestazione mafiosa è venuta meno ancor prima dell’avvio del giudizio, davanti al collegio penale del tribunale di Brescia. La procura lombarda, ieri, ha ritirato il capo di accusa che fa decadere uno dei pesi maggiori per gli imputati, una sessantina, coinvolti nell’indagine “Leonessa”. Quello tenuto ieri è il terzo filone processuale, scaturito sempre dall’inchiesta madre. Inizialmente, i pm bresciani ritennero che dietro al vasto giro di compensazioni fiscali indebite potessero esserci interessi degli stiddari gelesi. Una ricostruzione che non è mai stata riconosciuta dai giudici nelle altre costole processuali intanto portate avanti. Solo una è arrivata in Cassazione, con condanne diventate definitive. Senza la contestazione mafiosa, in questo troncone, la competenza è passata al giudice monocratico bresciano e in aula si tornerà il prossimo novembre.

Nel procedimento sono coinvolti imprenditori del nord Italia, professionisti e presunti faccendieri, che avrebbero usufruito dei “servizi” del gruppo gelese specializzato nelle compensazioni illecite. Il blitz “Leonessa” venne condotto in parallelo con quello ribattezzato “Stella cadente”, coordinato invece dalla Dda di Caltanissetta.

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