Ingerì la cocaina per evitare i controlli della polizia? Un trentenne condannato solo per resistenza

 
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Gela. Condannato ad un anno di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. I controlli a San Giacomo. Per il trentenne Vincenzo Ieva, però, il pubblico ministero Pamela Cellura aveva chiesto quattro anni di detenzione, in continuazione con precedenti condanne. Era accusato di aver piazzato alcune dosi di cocaina nella zona di San Giacomo. In base alla ricostruzione degli inquirenti, dopo essersi accorto dei controlli organizzati dagli agenti di polizia, avrebbe ingerito la droga. Ieva si diede poi alla fuga e venne bloccato all’interno dell’appartamento della sua compagna. Venne trasferito anche al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele, probabilmente a causa di un malore legato alla possibile droga ingerita. La cocaina, però, non venne mai trovata né sequestrata. In assenza di prove certe, il giudice Manuela Matta ha disposto l’assoluzione per le accuse legate alla droga ma ha comunque condannato l’imputato per essersi sottratto ai controlli degli agenti di polizia. I legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra e Raffaela Nastasi, anche in aula, hanno sottolineato come la presenza della cocaina al momento del controllo non sia mai stata effettivamente dimostrata. “Si è trattato solo di una ricostruzione degli agenti – hanno detto i difensori – ma non ci sono mai state prove del possesso di droga”.

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