L’appalto ai privati è stato revocato ma l’illuminazione pubblica costa: 2 milioni in un anno

 
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Gela. Le bollette non incidono soltanto sui bilanci familiari.

Quasi due milioni di euro prenotati per l’illuminazione pubblica. A Palazzo di Città, i funzionari hanno già messo in conto di dover sostenere spese molto pesanti. Così, solo per l’anno in corso, sono stati prenotati quasi 2 milioni di euro. Precisamente 1 milione e 800 mila euro che dovranno garantire le spese di gestione del sistema d’illuminazione pubblica. Una serie di provvedimenti, firmati dai tecnici del settore tributi, mette nero su bianco le richieste di fondi da destinare solo al pagamento delle utenze. Mentre si “prenotano” i soldi necessari a coprire le spese d’illuminazione pubblica, la giunta ha revocato l’appalto, da oltre quaranta milioni di euro in vent’anni, assegnato tramite bando di gara proprio per la gestione del servizio d’illuminazione pubblica. Una gara vinta dal raggruppamento d’imprese composto dalle cooperative Cpl Concordia e Consorzio Cooperative Costruzioni, insieme alla locale Coge Impianti. La volontà dell’amministrazione comunale sembra proprio quella di optare per una soluzione interna, magari per il tramite della società in house, Ghelas multiservizi.

Gli uffici giudiziari e la bolletta idrica pesano. Ma quella dell’illuminazione pubblica non è l’unica voce a pesare sulle casse del Comune. L’amministrazione comunale dovrà impiegare 200 mila euro, infatti, per coprire i costi dell’illuminazione negli uffici giudiziari presenti in città. Il capitolo dell’energia elettrica, invece, segna 400 mila euro, suddivisi anche sul fronte del riscaldamento e dei rifornimenti per i veicoli comunali. Somme destinate a due sole aziende, ovvero Eni Gas & Power ed Enel Energia, titolari dei contratti stipulati con Palazzo di Città. Ad incidere, e non poco, sono i costi idrici. La società italo spagnola Caltaqua, gestore del servizio e della manutenzione idrica in città, incasserà oltre 100 mila euro. Le somme sono state accantonate per far fronte alle richieste avanzata da Caltaqua, nel rispetto del contratto di gestione stipulato con la pubblica amministrazione.

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