L’ex lido Eden trasformato in rifugio per migranti ma nessuno interviene

 
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Gela. “Le risorse a disposizione del settore sono molto limitate, non possiamo fare tutto. Chiedo anche ai militari della capitaneria di porto di vigilare”.

L’assessore alla polizia municipale Giuseppe D’Aleo punta il dito sullo stato di grave precarietà dell’area dell’ex lido Eden, anche quest’estate trasformata in rifugio per un gruppo di ambulanti, in prevalenza pakistani e cingalesi. “Si tratta di una zona – dice l’esponente della giunta Fasulo – rientrante nel demanio marittimo. Gli agenti di polizia municipale non possono di certo intervenire. Peraltro, la gran parte di questi ambulanti è sprovvista di autorizzazioni per la vendita sul suolo pubblico”. Gli “ospiti” dell’ex lido sul lungomare Federico II vivono in condizioni estreme: dormono all’interno di piccole tende da campeggio, circondati da vegetazione spontanea, rifiuti e insetti di qualsiasi tipo. I pasti sono costretti a cucinarli e consumarli praticamente in terra. “Nessuno – spiegano alcuni di loro – ci ha mai indicato altre possibilità per effettuare il nostro lavoro”. L’assessore, in ogni caso, non esclude interventi di controllo ulteriori nella zona.

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