La baracca non era in regola, multata la moglie del collaboratore di giustizia

 
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Gela. Una multa da duecento euro per aver occupato suolo pubblico, senza autorizzazione, installando una baracca destinata alla vendita di frutta e verdura. Si è concluso in questo modo, il processo a carico di una trentaseinne.

La baracca occupava suolo pubblico. La donna, sotto protezione come il marito, attuale collaboratore di giustizia dopo aver abbandonato il clan Alferi, è finita a processo con l’accusa di aver occupato abusivamente l’area al centro delle verifiche tramite una baracca per la vendita al pubblico. Erano stati gli agenti di polizia municipale ad accertare la violazione e a far scattare la denuncia. Per l’imputata, invece, il pubblico ministero Giampiero Cortese aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Gli stessi agenti di polizia municipale, sentiti in aula nel corso del dibattimento, hanno confermato le irregolarità riscontrate. L’imputata, invece, ha rinunciato ad essere sentita davanti al giudice Manuela Matta che, alla fine, ha scelto d’irrogarle solo la sanzione pecuniaria non riscontrando gli estremi della recidiva.

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