La casa Aldisio apre a 31 clandestini, uno di loro vittima di pestaggio

 
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Gela. La casa Antonietta Aldisio ha aperto i propri locali ai clandestini. Sono 31 gli immigrati che tramite la questura di Agrigento sono approdati in città, ospitati dall’opera Pia presieduta da don Giovanni Tandurella che ha affidato il comparto centrale liberato dalle suore della Carità San Vincenzo de Paoli alla cooperativa “Gela Ambiente” retta da Orazio Perna e Anna Bregamo.

L’iniziativa, legata al progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) del ministero dell’Interno consentirà all’opera Pia di fare cassa, recuperando una retta annuale di affitto di circa 25 mila euro.

Sull’ingresso dei clandestini somali era intervenuto il vice sindaco Fortunato Ferracane, replicando alle accuse mosse da alcuni familiari degli anziani e alloggianti nella casa Aldisio, precisando che “saranno ospitati rifugiati politici”.

In verità, 2 dei 31 somali, tutti uomini di età compresa tra 18 e 41 anni, sono finiti nella cronaca locale per aggressione e ustioni.

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