La chiesa non s’ha da fare…ma l’ufficiale giudiziario sbarca in Comune

 
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Gela. Una chiesa pentecostale, almeno sulla carta pronta per essere edificata dopo un accordo stipulato dal pastore e dai funzionari di Palazzo di Città, si sta trasformando in un vero e proprio caso. Non mancano, neanche in quest’occasione, gli eventuali risvolti penali.

E’ stato proprio il pastore della comunità pentecostale a diffidare amministratori e tecnici comunali ad apporre le ultime firme sulla convenzione che assicurerebbe alla comunità l’acquisizione del diritto di superficie sull’area individuata.
Un caso che si prolunga oramai da sei anni: da quando, cioè, il consiglio comunale diede il via libera al piano di localizzazione della struttura. Da quel momento, però, nonostante gli accordi stretti tra il pastore e i funzionari municipali, la convenzione non è stata più stipulata, generando la reazione del rappresentante della comunità religiosa.
Adesso, attraverso un atto notificato dall’ufficiale giudiziario del tribunale nelle mani di sindaco, segretario generale, presidente del consiglio, assessore all’edilizia e al dirigente dello stesso tempo, il pastore ha dato il termine ultimo: entro il 29 maggio, i rappresentanti dell’ente dovranno presentarsi davanti al notaio per apporre le ultime firme sulla convezione, altrimenti scatterà l’azione giudiziaria.
I fedeli della chiesa si ritengono danneggiati dal contenuto di una nota firmata dal dirigente del settore urbanistica, risalente a febbraio, nella quale la variante urbanistica che dovrebbe permettere di realizzare il progetto si considera oramai scaduta per decorrenza dei termini. Quindi, niente progetto e niente nuovo luogo di culto.
La diffida firmata dal pastore è stata recapitata anche a tutti i consiglieri comunali. Insomma, il caso della chiesa pentecostale è servito. In origine, l’acquisizione del diritto di superficie era stato stabilito per una cifra non inferiore ai novantamila euro.

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