La crisi dem, Di Cristina: “Ci sono problemi e la colpa è mia…ma non prendo lezioni da nessuno”

 
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Di Cristina si appresta a convocare direzione e assemblea del partito

Gela. “Nessuno può negare che all’interno del gruppo consiliare ci siano problemi e mi riferisco anche alla vicenda della vicepresidenza. La responsabilità è solo mia”. Il segretario cittadino dem Peppe Di Cristina entra di prepotenza nel marasma del centrosinistra locale e si addossa tutte le colpe di quanto non sta funzionando tra i banchi occupati dai suoi, a partire dal caso dei voti democratici che hanno messo in mano la vicepresidenza del consiglio comunale al forzista Salvatore Scerra. “A giorni, convocherò tutti i consiglieri comunali del partito e, poi, anche la direzione – dice ancora – ci sono dei problemi e vanno discussi e chiariti. Noi siamo un partito vero e nei partiti veri si agisce in questo modo. Per il resto, non prendo lezioni né dal centrodestra né, tantomeno, dagli alleati di centrosinistra”. Dopo quanto accaduto, la scorsa settimana in aula consiliare, i dem sono usciti con le ossa rotte. Il loro candidato alla vicepresidenza Salvatore Gallo ha dovuto cedere il passo al forzista Scerra, soprattutto a causa dei franchi tiratori, decisivi nella volata finale del capogruppo forzista. “Qualcuno, anche all’interno del centrosinistra, ha giocato a spaccare il Pd – ammette – certo, è grave che voti del mio partito siano andati al centrodestra. In ogni caso, non parliamo di una carica così importante, ma sarà necessario fare riflessioni profonde. Non accetto, però, né le speculazioni che arrivano da un centrodestra, che ha ancora sulla coscienza il fallimento della mozione di sfiducia al sindaco, né quelle degli alleati, che hanno grosse responsabilità e dovrebbero a loro volta chiarirsi le idee”.

La mancata firma sul patto di coalizione. Di Cristina e i dirigenti locali del Pd, almeno in questa fase, sembrano più interessati a capire cosa decideranno i loro leader, a Palermo e a Roma, in merito alle candidature per le politiche di marzo. La “gaffe” dei voti al centrodestra, però, lo ha inevitabilmente costretto a farsi sentire. “Il patto proposto agli alleati? Sì, è vero, abbiamo formulato un documento che non era assolutamente a tutela del nostro partito o degli interessi di qualcuno – conclude – serviva solo a rilanciare la coalizione. Prendiamo atto, però, che alcuni alleati hanno deciso di non firmarlo”. Tra candidature ancora in bilico, voti che resistono con difficoltà ai ribassi, per i dem locali non saranno tempi facili, anzi.

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