La protesta dell’indotto Eni, Fasulo: “capisco gli operai ma siamo con loro”

 
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Gela. Ci sono quelli delle tante aziende che, entro la fine di dicembre, non potranno più contare neanche sugli ultimi ammortizzatori sociali ancora attivi. Ci sono quelli che, in base ad un accordo siglato davanti al prefetto Carmine Valente

nell’estate di due anni fa, sarebbero dovuti rientrare in fabbrica per il tramite di una lista di disponibilità mai concretizzatasi. Ci sono quelli che in fabbrica non mettono più piede da diversi mesi. Gli operai dell’indotto, per due giorni consecutivi, hanno chiesto spiegazioni in consiglio comunale all’indomani della firma del protocollo romano al ministero dello sviluppo economico.
La loro rabbia si è rivolta in direzione dei consiglieri ma, soprattutto, verso il sindaco Angelo Fasulo. “Capisco la loro delusione e la rabbia che hanno manifestato anche in aula consiliare – spiega lo stesso Fasulo – devono però capire che ci stiamo muovendo soprattutto per loro. Il protocollo d’intesa firmato a Roma riguarda una totale riconversione della fabbrica Eni che dovrebbe diventare un polo per la chimica verde. Quello che è inserito nel testo li riguarda solo in parte. Ci stiamo attivando con il ministero del lavoro per garantire nuove soluzioni sul piano degli ammortizzatori sociali in scadenza che servano a coprire il primo periodo di transizione. Tutte le parti si sono impegnate”.
Fasulo, quindi, risponde ai tanti operai che non riescono a vedere un futuro all’interno dello stabilimento di contrada Piana del Signore, molti hanno già abbondantemente superato i cinquant’anni. “L’aula consiliare – conclude il sindaco – è aperta a loro e ai loro colleghi. Ma devono capire che ci stiamo muovendo soprattutto per dargli una soluzione entro un periodo molto breve”.

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