La salma di Gaetano Gueli è rientrata in città per i funerali

 
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Gela. E’ giunto in città nella notte a bordo di un carro funebre il corpo privo di vita di Gaetano Gueli, 21 anni, uno delle tre vittime dell’incidente stradale avvenuto sabato notte sull’A1 Napoli-Milano, nel tratto tra Barberino e Calenzano, in direzione di Firenze.

Aveva superato due esami e per questo motivo si era recato in discoteca con gli amici. Al ritorno, un tragico destino, ha messo fine ai sogni di Gaetano e di due suoi coetanei: Daniele Stellini, 23 anni, di Vicchio, che era alla guida dell’auto, e Martina Ignesti, 21 anni, di Scarperia. I funerali dello sfortunato studente di Giurisprudenza non sono ancora stati fissati.

Il magistrato di Prato, Giuseppe Ledda, ha autorizzato il trasporto della salma solo ieri. La famiglia ha deciso di celebrare i funerali in città per soddisfare uno dei tanti desideri di Gaetano, quello di rimanere nella sua terra natale. Da otto anni viveva a Borgo San Lorenzo con la famiglia. Il papà, Crocifisso, imprenditore edile, la mamma, insegnante di scuola materna, Giusi Pepe, ed il fratello Alberto di 11 anni.

In città la tragica notizia è giunta poche ore dopo il fatale impatto dell’utilitaria. Gaetano è nipote di Enzo pepe, il dentista esponente politico di Grande Sud. “Sono partito immediatamente – spiega Pepe – a bordo del primo aereo disponibile. Ho ricevuto una telefonata alle 3,30 di domenica mattina. Alle 8,25 ero in aeroporto che da Catania mi ha portato a Roma. Mio nipote amava la politica – spiega – anche se giovane era vicino ai bisogni reali del territorio. Mi chiamava in continuazione.

Anche per darmi qualche suggerimento. Mi raccontava il punto di vista dei giovani spiegandomi che non erano coinvolti attivamente. Da giovanissimo si era affacciato con interesse alla politica. Era venuto con me a Roma per la manifestazione del 2 dicembre 2006 e, successivamente, nel 2010. Avrebbe voluto candidarsi a Gela e coronare il suo sogno.

Quello di laurearsi per tornare in città dove avrebbe voluto aprirsi uno studio. Aveva indicato anche la sede: accanto al mio laboratorio dentistico”. Sulla dinamica dell’incidente indaga la polizia stradale toscana che si è recata sul luogo della tragedia.

“Sicuramente il ragazzo che guidava la Renault Twingo andava eccessivamente veloce – ammette Enzo Pepe – Ha perso il controllo. Gaetano ha sbattuto il capo violentemente, procurandosi una frattura parietale che non gli ha lasciato scampo. Sarebbe stata questa la principale causa della morte di mio nipote. Con lui ci confrontavamo continuamente sugli aspetti politici del territorio. Spesso era guerra. Amava la sua terra e ne chiedeva il riscatto. Sulla vicenda delle elezioni provinciali era intervenuto anche via Facebook . conclude Pepe – Mi aveva contattato telefonicamente perché voleva dirmi qualcosa”.

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