Lavoratori della Turco in assemblea: “Il nostro destino è legato a tutto l’indotto”

 
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La protesta dei lavoratori della Turco, riuniti oggi in assemblea

Gela.  Una vertenza generale dell’indotto di raffineria. La lotta avviata dagli operai della Turco Costruzioni va condivisa da tutti gli altri lavoratori dell’indotto dello stabilimento di contrada Piana del Signore. Questa mattina, i segretari degli edili di Fillea, Filca, Feneal e Ugl hanno incontrato, in assemblea, non solo gli operai edili impegnati nei presidi ma anche metalmeccanici ed elettrostrumentali. All’incontro ha preso parte anche il segretario provinciale dei metalmeccanici dell’Ugl Francesco Cacici. Sul tavolo, ci sono sempre la vicenda dei licenziamenti alla Turco e le mancate risposte dei manager di raffineria e di quelli delle aziende contattate per l’eventuale assorbimento del personale tagliato. Gli edili hanno chiesto la solidarietà di tutti gli altri lavoratori dell’indotto, che dall’inizio dei presidi non hanno più varcato i tornelli della fabbrica. Insomma, si cerca di stemperare la tensione, evitando lo scontro tra operai.

Per ora, sembra esserci un’intesa e la protesta degli operai Turco prosegue. Un presidio potrebbe essere organizzato anche davanti alla sede aziendale Turco. Domani, si cercherà di organizzare un’altra assemblea, allargata alle segreterie delle sigle sindacali di tutti i settori, compresi i confederali. Per gli edili Francesco Cosca, Francesco Iudici, Dathan Di Dio e Giovanni Abela, la lotta deve essere condivisa. “Quanto sta accadendo ai lavoratori Turco, a breve – spiegano – potrebbe verificarsi anche per lavoratori di altre aziende dell’indotto Eni. Servono certezze e commesse di lavoro, come previsto nel protocollo di quattro anni fa. In caso contrario, tutto l’indotto rischia di crollare”. La protesta, in assenza di risposte, prosegue ad oltranza. I vertici di Turco Costruzioni hanno deciso di tagliare trentasei operai.

 

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