Le attestazioni firmate per riabilitare un imprenditore erano “aggiustate”: a processo anche un dipendente comunale

 
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Gela. Avrebbe attestato quietanze “farlocche” per riabilitare un imprenditore locale del settore ittico.


Le certificazioni al centro dei controlli. Le autocertificazioni venivano firmate da un dipendente comunale, senza che l’imprenditore avesse però provveduto a coprire i mancati pagamenti di diversi titoli bancari. A processo, ci sono sia il dipendente comunale sia l’imprenditore. Calogero B. e Giovanni D. rispondono alle accuse davanti al giudice Silvia Passanisi. Le presunte false attestazioni emersero durante una più vasta indagine finanziaria, ribattezzata “Cash flow”. I magistrati della procura e i finanzieri, però, accertarono le presunte irregolarità anche nelle certificazioni che venivano attestate con la firma del dipendente comunale. Accuse contestate dagli imputati già in fase di indagine. Il dipendente comunale ha sempre escluso di aver mai conosciuto la situazione finanziaria dell’imprenditore. A processo, sono rappresentati dagli avvocati Carmelo Brentino e Boris Pastorello.

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