Le minacce mafiose per la plastica nelle campagne, un operaio accusato di aver negato le intimidazioni

 
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Gela. Avrebbe negato le presunte minacce subite da un operatore della raccolta della plastica tra le contrade rurali della città. I pm della Dda di Caltanissetta ritengono che in questo modo abbia favorito alcuni dei coinvolti nell’inchiesta “Redivivi”. A processo, davanti al collegio penale del tribunale, è finito un operaio che ha lavorato per conto di uno dei titolari delle ditte che sarebbero state estromesse dal mercato della plastica usata, proprio a causa delle intimidazioni. Salvatore Saluci, in base a quanto gli viene contestato, avrebbe favorito la criminalità organizzata. L’indagine si è sviluppata dopo le dichiarazioni rese. Avrebbe escluso che il titolare della ditta con il quale collaborava fosse stato vittima di minacce. Un’ipotesi che ha condotto a chiedere il processo per l’operaio. Difeso dall’avvocato Giovanna Zappulla, dovrà rispondere alle accuse davanti al collegio penale del tribunale.

L’uomo ha sempre negato di aver assistito ad eventuali intimidazioni. Si sarebbe invece limitato solo a tenere rapporti lavorativi con i titolari delle ditte che si occupavano della raccolta della plastica in alcune contrade. Gli inquirenti invece sono convinti che abbia negato nonostante fosse a conoscenza delle presunte pressioni.

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