Brescia. Le posizioni dei sessantacinque imputati sono state riunite e per alcuni capi di imputazione, come chiesto dalle difese, gli atti sono stati trasmessi al tribunale di Gela, ritenuto competente territorialmente. Ieri, il gup bresciano si è espresso su diverse eccezioni sollevate dai legali dei coinvolti nell’inchiesta “Leonessa”. E’ il terzo filone che si celebra davanti al giudice dell’udienza preliminare lombardo e tocca il numero più consistente di imputati, tutti professionisti, imprenditori e faccendieri, che avrebbero avuto un ruolo nel presunto giro di compensazioni illecite, secondo l’antimafia bresciana gestito da esponenti vicini alla stidda gelese. Diverse eccezioni sollevate hanno anche riguardato la nullità dei capi di imputazione. Sono state però rigettate.
A fine mese, si tornerà ancora davanti al gup, per la scelta di possibili riti alternativi e la discussione. L’antimafia bresciana è certa che i clan gelesi avessero messo radici in Lombardia, sfruttando i soldi delle compensazioni e delle consulenze, assicurate ad aziende e privati. Il filone processuale che tocca i presunti capi dell’organizzazione è attualmente sotto la valutazione del collegio penale del tribunale di Brescia. Altri coinvolti invece sono stati giudicati con il rito abbreviato e in quest’ultimo caso è stata esclusa l’associazione mafiosa e confermati i reati tributari e le estorsioni.
