Morire in un campo di calcetto, Gaetano Russello non aveva mai sofferto di nulla

 
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Gela.  Gaetano  Russello aveva solo una passione cui non rinunciava: il calcetto. Lavorava come un matto.

Faceva il muratore, ma 4, a volte 5 giorni a settimana, andava a giocare con amici a calcetto. Come lunedì sera, insieme al solito gruppo. In un torneo ai campetti del Sileno. Un malore improvviso lo ha ucciso in pochi istanti. Aveva 32 anni e non aveva mai sofferto di nulla. Nessun problema cardiaco. Neanche un mal di testa. Eppure lunedì sera qualcosa è successo. Gaetano Russello non era stanco, né aveva avvertito dolore. Anzi pare che un amico gli avesse chiesto di sostituirlo in porta. Lui, sempre disponibile e generoso con tutti, anche in ambito lavorativo, ha acconsentito. I compagni non si sono quasi neanche accorti di nulla. Si è improvvisamente accasciato a terra ed è morto. Inutili i soccorsi, i tentativi di rianimazione del personale del 118. Gaetano non c’era più. I familiari, i genitori, le due sorelle ed il fratello, lo hanno trovato lì, disteso in quel prato verde artificiale che amava più di ogni altra cosa. La salma si trova ancora in ospedale. Nel momento in cui scriviamo questo articolo non  è stata effettuata l’autopsia. I familiari hanno ribadito che Gaetano non soffriva di niente. Non aveva avuto mai disturbi. Lavorava come muratore ma questo non lo dissuadeva dal giocare spesso a calcetto. Fumava qualche sigaretta ma cosa ha provocato la morte non è ancora stato chiarito. Di certo c’è una morte assurda, come quella di Roberto Voddo. Sotto choc familiari e compagni di squadra, che hanno visto morire davanti ai loro occhi un amico senza poter far nulla.  

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