“Nel Sin l’ex terminal sul lungomare”, Giudice: “Fotovoltaico? Permessi irregolari”

 
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Giudice è molto critico sia sulla questione Sin che sulle autorizzazioni

Gela. Le aree da bonificare, ma anche quelle che negli ultimi anni attraggono gli interessi di tanti gruppi attivi nella produzione di energia da fonti alternative. Emilio Giudice, tra i responsabili della Riserva Orientata Biviere, continua ad avere una visione fortemente critica rispetto all’approccio istituzionale a questi temi. L’amministrazione comunale sta cercando di chiudere la pratica della riperimetrazione del Sito di interesse nazionale, per le aree da bonificare. Ad inizio settimana, si è tenuta una riunione tra tecnici comunali e funzionari regionali. La priorità andrà alla messa in sicurezza dell’ex discarica industriale Cipolla. Dovrebbero essere sbloccati dieci milioni di euro da un accordo di programma in fase di definizione. Giudice è stato tra i primi a sostenere la necessità di rivedere il perimetro del Sin. “Onestamente, anche come ente – dice – non abbiamo ancora avuto la possibilità di visionare la cartografia del Sin fornita dal Comune alla Regione. Vorrei capire, tra le altre cose, se quanto era stato messo a verbale nel tavolo tecnico ministeriale sia stato osservato. Abbiamo sempre sostenuto che nel Sin vada inserita l’area dell’ex terminal industriale, sul lungomare, dove oggi insistono due club, ma anche quella di Settefarine, che in passato era una discarica dove venivano bruciati rifiuti, ancora prima dell’avvento di Cipollina. Durante sopralluoghi effettuati con funzionari dell’ex Provincia, vennero individuate aree a Piana del Signore, dove venivano sotterrati rifiuti, probabilmente di tipo industriale. Questo vale anche per Priolo Sottano. Tutto questo è stato fatto o si vuole omettere? Non capisco perché ci sia la tendenza ad escludere dai tavoli chi da anni si occupa di questi temi”. La scorsa estate, il vicesindaco Terenziano Di Stefano, dopo aver accertato che diverse richieste arrivate dalla Regione erano rimaste inevase, ha dato mandato ai tecnici di procedere per definire le carte con la riperimetrazione.

Nelle ultime settimane, inoltre, si riparla molto della ripresa del progetto “Ciliegino”, pare destinato ad essere ribattezzato. Era l’investimento che inizialmente avrebbe dovuto portare avanti la cooperativa “Agroverde”, che dopo anni di stasi ha perso le autorizzazioni regionali. Anche nel corso del vertice di maggioranza di giovedì sera, Greco e i consiglieri ne hanno discusso. La giunta si appresta a varare un atto di indirizzo. Da tempo, ci sono tanti gruppi del settore che si stanno muovendo e guardano a vaste aree locali. Giudice spiega che le autorizzazioni rilasciate sono in netto contrasto con il piano di gestione e con quello di risanamento. In sostanza, si starebbero concretizzando gravi irregolarità amministrative. “Tutto questo è grave. Sono autorizzazioni in violazione sia del piano di risanamento che di quello di gestione, che sono sovraordinati al piano regolatore – dice – non si possono realizzare impianti fotovoltaici o eolici lungo la Piana e in aree agrarie, salvo che non siano per autoconsumo. Non ci sono solo violazioni di legge, ma anche chi ottiene queste autorizzazioni e vuole investire potrebbe andare incontro ad un grave danno. Le procedure potrebbero essere bloccate, nonostante i molti costi sostenuti. Sono convinto che anche il progetto “Ciliegino” sia stato autorizzato irregolarmente e ho molti dubbi sulla valutazione di impatto ambientale, l’ho detto anche in altre sedi. Chiunque intenda riprendere un investimento di quel tipo, dovrà presentare un nuovo progetto, non può esserci un semplice subentro”. Tutti aspetti che per decenni la politica locale sembra aver messo da parte, incidendo negativamente su un territorio, che può fare gola ad una fetta di mercato ma è molto indietro, anzitutto sul versante delle bonifiche, ancora a livelli minimi.

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