Nessuna imposizione ai titolari dei locali per i servizi di sicurezza, al riesame cadono le accuse ad Emmanuello

 
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Gela. Dopo la Cassazione, le accuse nei confronti di Emanuele Emmanuello, coinvolto nell’inchiesta “Falco”, cadono anche al riesame.


Rivisto il caso del buttafuori. I giudici di Caltanissetta, infatti, hanno emesso un verdetto che esclude qualsiasi presunta imposizione ai danni dei gestori di due locali della città. Secondo le accuse mosse dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, Emmanuello avrebbe imposto i propri servizi di sicurezza, durante le serate organizzate nei locali. Particolari emersi nel corso delle indagini, tutte incentrate sulla presunta riorganizzazione del clan Emmanuello in città. Dovrà comunque rispondere alle accuse davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale nisseno, dopo il provvedimento di chiusura delle indagini emesso dai pm della Dda, esteso a venticinque persone. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Filippo Spina, aveva già ottenuto l’annullamento del verdetto che disponeva gli arresti domiciliari, con una pronuncia favorevole dei giudici romani di Cassazione. Adesso, sono state emesse le motivazioni legate alla nuova valutazione del caso effettuata dai giudici nisseni del riesame. Così come sottolineato dalla difesa, non ci sono elementi utili per individuare pressioni e minacce ai gestori dei locali. Un verdetto che la difesa, a questo punto, potrà far valere, soprattutto in fase di udienza preliminare. Per Emmanuello, quindi, non c’è alcuna misura restrittiva.

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