“Non era un affiliato a cosa nostra”, chiesta l’assoluzione per Di Natale

 
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Gela. “Non è mai stato un affiliato a cosa nostra. Nessuno dei collaboratori di giustizia sentiti lo ha mai inserito nell’organigramma del gruppo. Tutti hanno ribadito che era legato a Gianluca Gammino solo da un rapporto d’amicizia”.

L’avvocato Flavio Sinatra, suo difensore di fiducia, ha così chiesto l’assoluzione per il quarantunenne Gianfranco Di Natale. Deve rispondere, insieme ad altri nove imputati, di aver fatto parte dei gruppi locali di cosa nostra, individuati a conclusione del blitz “Compendium”. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta hanno chiesto la condanna a dieci anni di reclusione.
“Non c’è né l’elemento soggettivo né quello oggettivo per contestare l’appartenenza del mio assistito all’organizzazione di cosa nostra – ha ribadito – non a caso, durante i periodi di detenzione sia di Carmelo Billizzi che di Gianluca Gammino, Di Natale lavorava regolarmente anche effettuando trasferte in cantieri fuori dalla Sicilia. Non si è mai vista una forma d’affiliazione criminale a tempi alterni”.
Per rafforzare la sua linea di difesa, l’avvocato Sinatra ha chiesto chiarimenti anche sul presunto coinvolgimento di Gianfranco Di Natale nel delitto del giovanissimo Fortunato Belladonna. “A questo punto – ha continuato – vorrei capire come mai, se veramente Di Natale era presente come indicato da alcuni collaboratori, la sua posizione non è mai stata approfondita. Non c’è mai stata neanche un’ordinanza di custodia cautelare”.
Così, il legale ha chiesto l’acquisizione dei verbali contenenti le dichiarazioni rese proprio da Billizzi e Gammino nell’ambito del procedimento di revisione legato all’omicidio Belladonna. Una richiesta, alla fine, accolta dal collegio presieduto dal giudice Lirio Conti, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Fabrizio Molinari.
Oltre a Di Natale, davanti al collegio sono chiamati a rispondere alle accuse Claudio Lo Vivo, Francesco Martines, i fratelli Carmelo e Giuseppe Billizzi, Rosario Cascino, Gianluca Gammino, Stefania Cascino, Emanuele Caltagirone e Andrea Frecentese.
La decisione dovrebbe arrivare all’udienza del prossimo 19 novembre. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Maurizio Scicolone, Vittorio Giardino, Gloria Iannizzotto, Vania Giamporcaro, Elio Lembati e Angelo Tornabene.

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