“Non ho paura di quel p….del vostro dirigente!”, insulti ai poliziotti: cadono le accuse ad un ambulante

 
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Gela. “Non ho paura né di voi né di quel p… del vostro dirigente”.

Era già stato assolto in primo grado. Sarebbero state queste le pesanti parole rivolte ad alcuni agenti di polizia arrivati nei pressi dell’abitazione di un venditore ambulante. Per Carmelo V., però, le accuse sono cadute anche in secondo grado, davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. E’ stata la procura generale a rinunciare ai motivi d’appello dopo aver impugnato il verdetto d’assoluzione pronunciato dai giudici del tribunale di Gela. L’ambulante era accusato di oltraggio a pubblico ufficiale proprio in relazione ai pesanti epiteti rivolti agli agenti di polizia arrivati nella sua abitazione, in cerca del giovane figlio, a sua volta datosi alla fuga in sella ad un motorino nonostante l’alt impostogli. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Francesco Enia, sia in primo grado che in appello davanti ai giudici nisseni, ha sempre sottolineato l’assenza delle condizioni giuridiche che potessero giustificare l’accusa di oltraggio. Lo sfogo dell’ambulante, infatti, si sarebbe concretizzato davanti ad un numero esiguo di agenti, comunque non sufficiente a far scattare l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale. Alla fine, la procura generale ha scelto di rinunciare ai motivi d’appello anche davanti alle testimonianze rese in aula dai poliziotti che si trovarono faccia a faccia con l’imputato. I testi hanno confermato la tesi dfensiva.

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