I presidi rimangono, gli operai escludono la protesta al Green Stream: il consiglio mobilitato

 
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Lavoratori dell'indotto Eni in protesta dopo la decisione di ridimensionare le attività in raffineria

Gela. Presidi di protesta mantenuti anche per buona parte della giornata di oggi, in attesa della ripresa a pieno regime già da domani. “Nessun fermo del Green Stream”. E’ trascorso così il sesto giorno di protesta consecutivo degli operai dell’indotto Eni. I presidi sono stati mantenuti sia lungo la Gela-Catania, nei pressi del centro direzionale Enimed, sia sulla 115 Gela-Vittoria, a ridosso della fabbrica Eni. Il fronte della mobilitazione, quindi, sembra non cedere anche se non mancano le tensioni. Intanto, gli stessi operai impegnati nei sit in di protesta smentiscono categoricamente qualsiasi azione che possa riguardare il blocco del Green Stream. “Non abbiamo mai pensato – ammettono – di trasferire i presidi in quell’area. Si tratta solo di montature messe in giro appositamente per creare solo maggiore tensione”. Ad escludere iniziative di questo tipo sono soprattutto gli operai aderenti al Movimento spontaneo dei Lavoratori costituito negli scorsi mesi.

Il consiglio comunale si mobilita. Già nelle prossime ore, i consiglieri comunali rilanceranno la manifestazione di martedì con una nuova conferenza stampa. “Si manifesta per dare un futuro ai figli di questa città e non certo per gli ammortizzatori sociali – spiega l’esponente del Polo Civico Guido Siragusa – pretendiamo rispetto per la nostra comunità e non accetteremo mai che Gela diventi una discarica a cielo aperto di ferraglia arrugginita. Il consiglio comunale, in nome e per conto della città intera, pretende che lo Stato ascolti e soprattutto mantenga gli impegni assunti. A  coloro che stanno protestando lungo le strade era stato garantito che non avrebbero mai perso il lavoro. Questi nostri concittadini, con i loro sacrifici, ci stanno dimostrando che le ingiustizie bisogna combatterle e mai accettarle”.

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