“Non si può morire sul posto di lavoro”, il dolore di colleghi e imprenditori

 
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Gela. “Siamo vicini alla famiglia – ha commentato Bernardo Casa, amministratore delegato della Raffineria Eni – ho chiamato immediatamente i responsabili della Lorefice e Ponzio”.

Hanno appreso dalle corsie dell’ospedale di Gela la tragica notizia sia i familiari che l’amministratore della Ponzio e Lorefice, Domenico Lorefice. “Non si può morire sul posto di lavoro”, ha commentato con le lacrime agli occhi Carmelo Turco, presidente della Confindustria Centro Sicilia, che si è recato in ospedale insieme a Giovanni Salsetta, amministratore dell’impresa Edil Ponti. “Siamo profondamente addolorati per il tragico incidente. Intendo esprimere a nome dell’intero consiglio direttivo sentite condoglianze alla famiglia Vizzini a cui manifesto vicinanza in un momento così drammatico. E’ una tragedia che colpisce anche l’azienda e l’intero indotto produttivo locale”.

Tra le corsie del nosocomio di via Palazzi c’erano anche gli esponenti della Cisl, Franco Iudici e Angelo Sardella. L’ultimo incidente mortale all’interno del petrolchimico di Gela si è verificato il 28 novembre del 2012. In quell’occsione a perdere la vita fu Giafranco Romano di 29 anni, dipendente della ditta Cosmisud.

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