Odissea al “Vittorio Emanuele”, manca sacca di sangue per una paziente talassemica

 
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I rappresentanti dell'associazione Late "Maurizio Nicosia"

Gela. La direzione generale dell’Asp, quella sanitaria dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e la politica locale, rimandati, se non addirittura bocciati, senza grandi dubbi. All’ospedale “Vittorio Emanuele” anche avere una sacca di sangue per le trasfusioni sta diventando un’impresa. La denuncia arriva dall’associazione “Late” e dal comitato “Gelensis populus”. Una settimana fa, all’indomani della giornata ferragostana, una paziente, giunta da un Comune limitrofo, ha dovuto effettuare un tampone a Brucazzi, prima di poter accedere al nosocomio di Caposoprano, come disposto da un provvedimento del direttore sanitario Luciano Fiorella, che secondo le associazioni aggrava ancora di più la situazione di pazienti che fino a qualche tempo fa potevano invece effettuare il tampone direttamente in ospedale. Conclusa la trafila del tampone, giunta nella struttura ospedaliera, si è vista rispedire indietro, per assenza della sacca di sangue.

“Da quanto ci viene riferito le motivazioni di questa scelta sono tutte legate alla mancanza di personale. La stessa mancanza di personale che oggi fa ritenere attivo, solo sulla carta, il reparto di terapia intensiva, mentre i pazienti vengono dirottati altrove. Ma che colpa ne possono avere l’utenza o i malati cronici se la direzione generale non è in grado di ovviare alla carenza di personale o tramite l’assunzione o con la mobilità di personale adeguato al numero della popolazione e dei servizi da erogare. Tutto questo – spiegano i rappresentanti delle associazioni – si consuma sotto gli occhi ciechi della politica tutta e delle sigle sindacali presenti in ospedale”. “Chiediamo alla politica locale e regionale di intervenire immediatamente. Serve l’istituzione di un tavolo permanente locale, alla presenza delle associazioni che operano all’interno dell’ospedale, e che monitori la realtà ospedaliera. L’associazione Late “Maurizio Nicosia” valuterà nell’immediato – concludono – se riallacciare i contatti con il vicino ospedale di Caltagirone, per una maggiore tutela dei pazienti propri associati”.

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