Operai colpiti da emissioni sospette? Processo per un responsabile Eni

 
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Gela. Forti bruciori agli occhi e alla gola: sintomi che colpirono, nel luglio di cinque anni fa, venti operai dell’azienda Edilponti impegnati nell’area dell’isola 3 della fabbrica Eni. Per quei fatti, l’ex responsabile del settore, l’ingegnere Rosario Orlando, è finito sotto processo davanti al giudice Chiara Raffiotta.

L’imputato, difeso dall’avvocato Gualtiero Cataldo, è accusato di getto pericoloso di cose. Stando all’accusa, rappresentata in aula dal pm Tiziana Di Pietro, i sintomi e i malori che colpirono i lavoratori sarebbero stati provocati dall’emissione in atmosfera di sostanze pericolose.
Al centro delle indagini, infatti, è finito l’impianto acido solforico ritenuto causa scatenante di quelle pericolose emissioni. Durante l’udienza, sono stati sentiti due operai che accusarono i sintomi agli occhi e alla gola. Entrambi hanno ammesso che tutto si verificò in pochi minuti prima dell’avvio della giornata lavorativa.
La pubblica accusa, inoltre, ha sentito l’oculista che effettuò gli accertamenti sui lavoratori. “Intervenni con alcuni prodotti speciali – ha detto il dottor Riccardo Giordano – i lavoratori erano affetti da forme di causticazione”. Accuse contestate dall’avvocato Cataldo nell’interesse dell’imputato. Parti civili sono l’ente comunale e quello provinciale insieme ad alcuni lavoratori e alle associazioni “Aria Nuova” e “Amici della terra”.

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