Ospedale tra i disagi, nuova tac “limitata” e pazienti trasferiti per i reparti carenti

 
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Gela. Esami di angioplastica dirottati a Caltagirone, Tac eseguite a Niscemi e sacche di sangue del locale centro trasfusionale consegnate al presidio “Sant’Elia” di Caltanissetta.

Sono questi alcuni dei nuovi disagi che caratterizzano la qualità dei servizi sanitari offerti dall’ospedale “Vittorio Emanuele”. Eppure il presidio di via Palazzi, diretto dal direttore Sanitario Luciano Fiorella, nel rispetto dell’azione di riprogrammazione voluta dal manager dell’Asp di Caltanissetta Carmelo Iacono, ha di recente inaugurato una nuova tac mandando definitivamente (si spera) in pensione quella in dotazione al reparto di Radiologia che per anni si è caratterizzata per inefficienza dovuta a continui guasti.

“L’apparecchiatura di ultima generazione”, annunciata e puntualmente acquistata dal direttore generale, non consente però di effettuare esami col liquido di contrasto. Lo sanno bene i familiari di un pensionato con una emorragia cerebrale che la scorsa notte sono stati costretti ad assistere al trasferimento del paziente presso il meno blasonato ospedale “Basarocco” di Niscemi. Solo per una fortuita coincidenza si è evitato il peggio. Stesso copione per le emergenze dell’unità operativa di Cardiologia dove per una angioplastica coronarica bisogna ricorrere all’ospedale di Caltagirone, e non più alla Cardiologia dell’ospedale Sant’Elia. Per ulteriori disagi nessuno dei presidi sanitari appartenenti all’Asp di Caltanissetta è attualmente nelle condizioni di garantire un’angioplastica. La carenza dei servizi assume proporzioni ancora più dilaganti se si considerano gli inconvenienti che hanno costretto il management dell’Asp cl2 ad azioni forti. Come il caso del ridimensionamento del reparto di Malattie infettive, per la mancanza di una camera a pressione negativa/positiva, e del centro trasfusionale per carenza di personale medico, o l’inaugurazione del nuovo Pronto soccorso caratterizzato da una unica stanza per l’astanteria, senza distinzione di genere, o il mancato adeguamento  del centro Dialisi. Tutti inconvenienti evidenziati dalla commissione sanità della Regione ma puntualmente ignorati. 

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