Pignoramenti e debiti, Fasulo: “Abbiamo evitato il dissesto finanziario”

 
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Gela. Quasi settecento pignoramenti, per un totale di undici milioni di euro negli ultimi dieci anni: somme che, adesso, l’amministrazione comunale è riuscita a riallineare sotto la voce debiti fuori bilancio ma che non smettono di far discutere.

“Purtroppo – spiega il sindaco Angelo Fasulo – siamo stati costretti a mettere le toppe dopo diversi anni di gestione amministrativa e finanziaria piuttosto discutibile. In passato, si è preferito non pagare i creditori piuttosto che rinunciare a somme da investire in altri ambiti. Fortunatamente, da tre anni non subiamo più pignoramenti, ad eccezione di uno da circa sessantamila euro che, però, siamo riusciti a bloccare in giudizio. Sicuramente, non sarebbe stato utile per nessuno accedere alle procedure di dissesto”.
Ma le critiche non sembrano mancare. “Bisogna prenderne atto – spiega il consigliere di Grande Sud Luigi Farruggia – la politica non è riuscita ad assicurare tutte quelle forme di controllo previste. Così, tutto è passato in sordina e a beneficiarne, nonostante gli evidenti errori, sono stati i dirigenti che riescono ad ottenere premi incentivanti pur in presenza di risultati deludenti”.
Farruggia lancia un altro allarme. “Bisogna stare attenti – continua – in base ai dati a mia disposizione, quest’ente rischia di ritrovarsi in testa, in un futuro decisamente prossimo, il fardello di nuovi pagamenti da effettuare in favore di quei cittadini che anni addietro cedettero proprietà fondiarie per ottenerne una maggiore cubatura. Da oltre un decennio, si è fermato il sistema che permetteva all’ente di ottenere la proprietà degli immobili. Non vengono più sottoscritti i relativi atti e, quindi, si rischiano casi analoghi a quelli di via Lituania e del condominio Pio X”.
Dalla stessa maggioranza in consiglio comunale arrivano richieste di trasparenza. “Bisogna capire perché – conclude Giacomo Gulizzi del Pd – per centocinquanta pratiche di pignoramento ai danni dell’ente manchi del tutto la documentazione ricostruttiva. Che fine hanno fatto i fascicoli? Perché, spesso, non ci si è neanche costituiti in giudizio per contestare le richieste dei creditori?”.

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