Pioggia di solidarietà a Speziale, nel piano di Cosa nostra alla fine degli anni Novanta

 
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Gela. Cosa nostra gelese avrebbe voluto uccidere il deputato regionale Calogero Speziale (Pd), attuale presidente dell’Antimafia regionale. Lo hanno rivelato due collaboratori di giustizia, Crocifisso Smorta e Carmelo Billizzi, ex esponenti della famiglia Emmanuello di Gela, deponendo ieri al processo ‘Leoninà, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, a Palermo.

I due pentiti sono stati messi a confronto sul tentativo di omicidio dell’ingegnere Fabrizio Lisciandra, che risale al settembre 1998, vicino allo stadio, quando un killer gli sparò alle gambe per indurlo a lasciare la presidenza della squadra di calcio della Juveterranova Gela e gli appalti al petrolchimico Eni, a favore di altri imprenditori, i fratelli Sciascia, presunti appartenenti alla stessa cosca mafiosa.
Smorta ha rivelato che, nel 1998, a Speziale fu incendiata l’auto, perchè si opponeva all’ingresso nella Giunta comunale di Roberto Alabiso, un consigliere del Pd, cognato dei fratelli Sciascia. Billizzi ha poi aggiunto che i vertici di Cosa nostra gelese gli avevano ordinato di sparare a Speziale, in occasione di una festa nella villa di amici del deputato, nelle campagne di Gela. Speziale, però, non andò alla festa e l’agguato fallì. Dello stesso tono una precedente dichiarazione del pentito Rosario Trubia, detto ‘Nino D’Angelò, che parlò di un commando di più killer che attese invano Speziale.
Lo stesso Trubia, incontrando Speziale in un autolavaggio, tentò di intimidirlo con minacce di morte.

«Quanto emerge in queste ore lascia senza parole, dimostra ancora una volta la difficoltà di portare avanti il lavoro quotidiano in favore della legalità e della buona amministrazione. A Speziale va tutta la solidarietà mia personale e del gruppo del Partito Democratico», dice Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all’Ars «Nel corso di questa legislatura – aggiunge Cracolici – Speziale, da presidente della commissione Antimafia, ha promosso importanti iniziative, che devono essere rafforzate e valorizzate, contro il racket, per il sostegno alle associazioni e per il contrasto alle infiltrazioni e al condizionamento mafioso. Dobbiamo mettere in campo strumenti sempre più efficaci – conclude Cracolici – anche legislativi, per contrastare la criminalità organizzata a tutti i livelli».

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