Porto rifugio, non c’è ancora la firma sull’accordo attuativo: Autorità non ha risposto al comitato

 
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Gela. Si era discusso molto della firma “fantasma” sull’accordo attuativo per gli interventi al porto rifugio, insabbiato da anni. Gli esponenti di Fratelli d’Italia anticiparono una notizia poi non concretizzatasi, alimentando una reazione piuttosto dura del sindaco Lucio Greco. A fine settembre, quella firma venne posticipata “di un mese”. Adesso, a pochi giorni da dicembre, non si sa molto. La frenata sulla chiusura dell’accordo si era resa necessaria in attesa dell’esito delle caratterizzazioni delle sabbie, ripetute per l’ennesima volta dopo che erano scadute due anni fa. I componenti del comitato pro-porto, ad inizio ottobre, hanno ufficialmente chiesto, con l’invio di una pec, un incontro all’Autorità della Sicilia occidentale, che ha la competenza sui siti locali e si farà carico di buona parte dei costi e degli interventi, come concordato con l’amministrazione comunale e Eni. La base di riferimento rimangono i quasi sei milioni di euro già indicati nell’iniziale intesa con la multinazionale ma la soglia potrebbe diventare ancora più consistente. Molto dipenderà proprio dall’esito della caratterizzazione delle sabbie e da eventuali attività di smaltimento in siti specializzati. Al comitato pro-porto, intanto, non sono pervenuti riscontri dall’Autorità e si attendono risposte, almeno per avere un primo quadro aggiornato. I vertici dell’Autorità portuale, con il presidente Pasqualino Monti, un anno fa definirono le linee fondamentali del documento strategico per il rilancio del sito locale.

Ci fu una presentazione pubblica in consiglio comunale. Da allora, però, è mancato il passaggio alla fase successiva, appunto quella dell’accordo attuativo per programmare tutti gli interventi, a partire da quelli essenziali per il dragaggio del fondale. Il prossimo anno, come continuano a far notare i componenti del comitato, scade l’autorizzazione Via Vas che venne rilasciata per gli interventi sul braccio di ponente dell’area portuale. Senza una concretizzazione dei programmi in essere, il pericolo è di passi indietro decisamente pesanti da accettare, soprattutto per chi attende da anni che il porto rifugio ritorni perlomeno fruibile. Le parti sembrano intenzionate a non incorrere in “scivoloni” ma anche l’anno in corso si avvia a conclusione.

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