Pusher a Baracche, in appello chiesta conferma condanne: polizia ricostruì rete spaccio

 
0

Gela. Per la procura generale le condanne di primo grado vanno confermate. La richiesta è stata avanzata nel corso del giudizio d’appello, legato all’inchiesta “Baracche”. I poliziotti ricostruirono una presunta rete di pusher, che nella zona di via Torquato Tasso avrebbe allestito una sorta di centro per la vendita di sostanze stupefacenti, compresa la cocaina. In primo grado, otto mesi di reclusione sono stati comminati a Marco Scilio, Sebastiano Monte (con pena sospesa), Liborio Scudera (sempre con pena sospesa) e a Crocifisso Sbirziola. L’assoluzione era stata pronunciata invece nei confronti di Salvatore Fava e Ivan Di Bella. Altri coinvolti definirono le loro posizioni, senza arrivare a dibattimento.

Le difese degli imputati, sostenute dagli avvocati Carmelo Tuccio, Francesco Enia, Nicoletta Cauchi e Giovanna Cassarà, hanno invece chiesto di rivedere le decisioni. Il giudice di primo grado ha riqualificato le contestazioni nelle ipotesi meno gravi. Per i legali degli imputati, non si sarebbe trattato di spaccio ma solo di consumo personale.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here