Reati ambientali e concorrenza sleale, l’azienda Strabone rischia il collasso

 
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Gela. Una delle più antiche aziende della lavorazione d’argilla rischia di chiudere i battenti. Colpa della crisi? Non solo. La concorrenza sleale e le segnalazioni della magistratura hanno mandato al tappeto un’impresa a conduzione familiare.

Orazio Strabone dovrà rispondere davanti al giudice di ben quattro reati ambientali. La sua azienda è in contrada Spinasanta. L’argilla viene lavorata in un forno e trasformata in mattoni decorativi. Fino a pochi anni fa vi lavoravano diversi operai, oggi c’è solo Orazio Strabone ed un solo collaboratore. “Ho perso quasi tutte le commesse – dice – e adesso devo difendermi da accuse che ritengo ingiuste e sotto certi aspetti paradossali”.

L’ultima ispezione dei tecnici della provincia è avvenuta di recente. Sono quattro le irregolarità contestate all’azienda Strabone. Intanto la presenza di un cumulo di argilla. Per i funzionari della provincia l’argilla va considerato rifiuto e come tale smaltito e gestito secondo parametri molto rigidi. Per Stabone invece è materia prima. “Come fa ad essere rifiuto il materiale che utilizzo per la lavorazione? – si chiede – non sono scarti di lavorazione ma argilla che utilizzo quotidianamente”. La seconda contestazione è inerente invece la presenza di un secondo forno non autorizzato. “Lo uso per i test non per produrre – aggiunge l’imprenditore – non avrei motivo di usarlo per altri scopi se non quello dei provini”.

Le altre contestazioni mosse dalla magistratura riguardano la carenza di verde attorno all’azienda. “Ho investito tanto sul verde in questi anni – si difende Strabone – qui ci sono alberi secolari come cipressi e ulivi che ho curato e piantato io personalmente. E poi essenze mediterranee ed altre vegetazioni. Non capisco come si fa a contestarmi tutto ciò”. Ed infine altro argomento che sarà oggetto del dibattimento giudiziario è il rischio di emissioni di polveri sottili all’interno del capannone in cui i mattoni di argilla vengono lavorati e poi lasciati essiccare.

Orazio Strabone non si arrende ma ammette di attraversare un momento di grave difficoltà. “Come se non bastasse tutto questo mi ritrovo al centro di due vertenze di lavoro di ex operai che si sono dimessi e poi hanno creato un’azienda che opera prezzi inferiori ai miei. E’ una concorrenza sleale che sta danneggiando la mia azienda che ha ottenuto tutte le autorizzazioni da sempre”.

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