Schianto di un mezzo militare: Un gelese tra i feriti, aperta un’inchiesta

 
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Gela. Uno schianto mortale costato la vita a due paracadutisti della Folgore: tra i cinque feriti, c’è anche il gelese ventunenne Filippo Monteserrato. Si trovava a bordo dello stesso mezzo militare finito contro un tir lungo la statale Aurelia nei pressi della base militare statunitense di Camp Darby a Pisa.

Adesso, i magistrati toscani hanno deciso di aprire un’indagine a carico di un caporale ventenne che era alla guida del mezzo militare. L’inchiesta ha preso il via all’indomani del terribile incidente, risalente ad alcune settimane fa. Il giovane Filippo Monteserrato ha subito diverse ferite.
Oltre ai due commilitoni morti, sul mezzo c’erano altri quattro militari, tutti rimasti feriti. L’ipotesi di reato contestata al momento dai magistrati è quella di omicidio plurimo colposo. Sono scattate tutte le procedure rese necessarie dall’apertura del fascicolo d’inchiesta. Gli approfondimenti nei confronti del caporale che era alla guida sono finalizzati a comprendere se lo schianto sia stato prodotto da una manovra errata o da eventuali guasti meccanici.
Il ventunenne Monteserrato ha riportato diverse ferite legate proprio al violento impatto con il tir che transitava lungo l’Aurelia carico di lastre di marmo. Stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, non sarebbe da escludere l’ipotesi legata ad un sorpasso fin troppo imprudente che avrebbe spinto il mezzo militare contro il tir carico di lastre.
Filippo Monteserrato viaggiava a stretto contatto con i due militari che non sono riusciti a sopravvivere all’impatto. Non a caso, la posizione del conducente del veicolo militare si è aggravata proprio a causa del decesso dei caporali Giuseppe Rizzi e Fabio Grendene. L’avvio dell’indagine è stata comunicata a tutte le parti interessate, compresi i legali del caporale che si trovava alla guida del veicolo militare.
Gli altri commilitoni, compreso Monteserrato, hanno dovuto fare i conti con le ferite riportate, tanto da essere trasferiti in vicini centri ospedalieri per essere sottoposti alle cure necessarie.

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