Sciopero penalisti, aderiscono legali Camera “Eschilo”: “Garanzie per imputati”

 
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Gela. A decidere deve essere lo stesso giudice che ha assunto le prove nell’oralità del dibattimento. I penalisti del foro locale aderiscono allo sciopero fissato dall’Unione delle Camere penali italiane e si asterranno dalle udienze il 27 e il 28 giugno. Si chiede “un immediato intervento legislativo a salvaguardia della concreta attuazione dei principi cardine del giusto processo”, come spiega il presidente della Camera penale “Eschilo” Rocco Guarnaccia. “Il giudice che acquisisce la prova deve essere lo stesso che decide”, aggiunge. Anche la sola lettura degli atti, nel caso di un cambio di giudice, non viene vista come garanzia assoluta. “C’è l’introduzione della videoregistrazione delle prove orali ma non può essere la sola garanzia”, spiega l’avvocato Claudio Bellanti che è consigliere della Camera penale. “Un giudice si esprime anche in base alla percezione di ciò che viene dichiarato in aula”, dicono ancora i legali e il vicepresidente Nicoletta Cauchi. “Nessuna lettura potrà mai prevalere sull’ascolto diretto, personale, fisico dei testimoni”, dicono ancora. Sullo stesso concetto insiste l’avvocato Angelo Gaccione, a sua volta consigliere della Camera penale locale. “Si tratta di garanzie fondamentali a tutela dell’imputato e alla Camera penale interessa anzitutto il rispetto dei diritti di chi è sottoposto a processo e deve essere giudicato seguendo i principi cardine dell’oralità e dell’immediatezza”, conclude.

Con la legge delega 134/2021 il Parlamento ha fissato i canoni ai quali il Legislatore delegato dovrà attenersi per modificare, peraltro, la disciplina della riassunzione della prova dichiarativa al dibattimento in ipotesi di mutamento del giudice. Il punto della delega, in quanto tale già vigente nell’ordinamento, accoglie il principio secondo cui il giudice che procede può valutare di non rinnovare la prova nella ipotesi in cui le dichiarazioni rese in dibattimento siano state videoregistrate e sia dunque possibile procedere alla loro visione e ascolto. I penalisti segnalano che nelle aule di giustizia si verifica il fenomeno determinato dalla regola stabilita dalla Corte di Cassazione con la sentenza Bajrami e cioè è possibile, per il nuovo giudice, non procedere alla rinnovazione dell’acquisizione della prova.

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