Scontro consiglieri-Ascia: gli esperti “dubbiosi” su Catania e Forza Italia rilancia il Libero Consorzio

 
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Gela. Si dovrebbero decidere il 14 settembre le prossime sorti amministrative della città.

Scontro tra i consiglieri e il presidente Alessandra Ascia.  E’ stato fissato, al mattino, il consiglio comunale monotematico con all’ordine del giorno il possibile passaggio all’area metropolitana di Catania. Intanto, non mancano le fibrillazioni politiche. Durante l’incontro, organizzato dal presidente del consiglio Alessandra Ascia, tra consiglieri comunali ed esperti universitari e forensi l’aula è rimasta praticamente vuota. Ad inizio riunione, la gran parte dei consiglieri presenti ha scelto di uscire in segno di protesta. Si sono sentiti messi da parte davanti alle scelte, ritenute unilaterali, della stessa Ascia. E’ stato Vincenzo Cascino di Un’Altra Gela a prendere la parola e a descrivere tutta la contrarietà alle decisioni assunte dal presidente. “Non si possono organizzare approfondimenti così importanti – ha spiegato – senza concordarli con il consiglio”. Così, l’aula è stata abbandonata dai consiglieri di Un’Altra Gela, del Movimento 5 Stelle, da Giovanni Panebianco di Gela Città e dall’indipendente Carmelo Casano. “Stare in aula era una forma di rispetto verso gli ospiti invitati – spiega il presidente Ascia – non nascondo il dispiacere nel vedere colleghi consiglieri uscire ritenendolo un approfondimento inutile rispetto ad una legge neonata, pubblicata solo il 7 agosto”.

“Anomala una città metropolitana che va da Fiumefreddo a Gela”. Intanto, il docente universitario Renato D’Amico, il ricercatore Marco La Bella e l’avvocato Giacomo Ventura non hanno nascosto tutte le loro perplessità davanti al possibile passaggio all’area metropolitana di Catania e alla stessa organizzazione amministrativa dettata dalla nuova legge regionale. “Forse – ha detto D’Amico – sarebbe stato meglio non cambiare nulla. Il vero problema è di carattere politico. Anzitutto, ritengo veramente anomala una città metropolitana che vada da Fiumefreddo a Gela. La città metropolitana, è vero, avrà la possibilità rispetto ad un libero consorzio di gestire fondi europei. Attenzione, però, non parliamo dei programmi principali che possono arrivare fino a 6 miliardi di euro ma solo di una minima parte, al massimo 90 milioni. La fetta principale dei programmi di finanziamento comunitari continueranno ad essere gestiti dalla regione”.

“Attenzione ai rapporti di forza nell’assemblea elettorale…”. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’avvocato Giacomo Ventura. “Si tratta di analizzare in concreto – ha spiegato ai consiglieri rimasti in aula – il tema dei rapporti di forza. Aderendo alla città metropolitana di Catania, il ruolo di Gela sarà veramente minimo anche rispetto agli equilibri dell’adunanza elettorale che decide la nomina degli organi amministrativi. Mi pare una semplice operazione gattopardesca, tutta concentrata a rispondere all’ondata di antipolitica degli ultimi anni. Non credo che i problemi di questa città si risolvano passando da Caltanissetta a Catania. I punti irrisolti sono soprattutto politici”. I consiglieri rimasti in aula, con in testa quelli del Partito Democratico, hanno chiesto delucidazioni sulla possibilità di mantenere l’ipotesi di un libero consorzio con capofila Gela.

Forza Italia insiste sul Libero consorzio di Gela. Il gruppo di Forza Italia mira proprio ad analizzare quest’ultimo punto. “Il tema non può essere valutato portando avanti una competizione tra Caltanissetta e Catania – spiega anche il forzista Salvatore Scerra – la legge permette ancora di pensare al Libero consorzio di Gela e questo punto va valutato. Il referendum di un anno fa riguardava, non dimentichiamolo, una struttura amministrativa totalmente diversa da quella dell’area metropolitana di Catania. Chi esprime dubbi non può essere tacciato di andare contro i cittadini”.

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