Secondo tratto lungomare, partita richiesta per acquisire area ex “Conca d’oro”: iter va avanti

 
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Gela. Una procedura molto complessa, resa ancora più delicata da diversi sequestri effettuati negli ultimi anni nell’area demaniale che ricade nel progetto del secondo tratto del lungomare Federico II di Svevia. L’amministrazione comunale attende lo sblocco del finanziamento da quasi cinque milioni di euro, nel programma “Rigenerazione urbana”. Dopo l’acquisizione dell’area dell’ex lido “Eden”, ora è la volta di quella dell’ex lido “Conca d’oro”. E’ partita l’istanza per entrare nella piena disponibilità e c’è stato il dissequestro disposto dalla procura. Anche per questa struttura i pm della procura hanno avviato un’indagine, rispetto alla concessione scaduta e all’attività che fino a qualche anno fa veniva ancora portata avanti dai gestori. “Il dissequestro c’è stato comunicato pochi giorni fa – spiega l’assessore ai lavori pubblici Romina Morselli – stiamo portando avanti tutti i passaggi necessari e questa mattina è stata protocollata la richiesta per l’acquisizione dell’area, che è stata trasmessa alla Regione”. La zona degli ex lidi, compreso l’ex “La Conchiglia”, è destinata ad una riqualificazione complessiva, nella progettazione del secondo tratto del lungomare. Allo stesso tempo, vincoli e sequestri hanno reso decisamente poco agevole il percorso amministrativo e burocratico che l’amministrazione sta comunque proseguendo, con l’interessamento diretto del sindaco Lucio Greco. Sul finanziamento per “Rigenerazione urbana” ha lavorato il vicesindaco Terenziano Di Stefano, che proprio sul capitolo dei fondi ha incentrato l’attività dell’assessorato sviluppo economico.

Probabilmente, il passaggio più ostico sarà proprio quello per l’ex lido “La Conchiglia”. Ormai diventato un rudere, è sotto sequestro e anche in questo caso c’è un procedimento penale in corso per i mancati interventi. “Cercheremo di concludere prima possibile anche questo passaggio”, aggiunge Morselli. Il comitato per la salvaguardia dell’ex lido chiede soprattutto che si garantisca una piena riqualificazione, senza la demolizione.

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