Servizio idrico, ritardi nel passaggio Ato-Ati: “Istituzioni indolenti”

 
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Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro chiedono un accelerazione per il passaggio dall'Ato all'Ati

Gela.   Sono trascorsi i sessanta giorni dalla firma della convenzione tra l’Ato Cl6 e la nuova Assemblea territoriale idrica. Manca però il passaggio formale di consegne nella gestione. Lo sottolineano i confederali di Cgil, Cisl e Uil. “Il sogno di una gestione del servizio idrico efficiente e dai costi sostenibili rischia di trasformarsi in un autentico incubo per i cittadini della provincia di Caltanissetta”, dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro. I sindacati, che in più occasioni hanno chiesto di accelerare il passaggio, parlano di “ritardi”, “inadempienze”, e “scarsa sensibilità degli organismi che hanno il compito di esperire gli atti burocratici”. Il passaggio di consegne sarebbe dovuto avvenire cinque anni fa, ma secondo i sindacati i ritardi proseguono. Il presidente dell’Ati Massimiliano Conti sta cercando di chiudere l’iter per acquisire tutte le competenze e le funzioni dell’Ato. Di recente, sono stati trasmessi gli atti all’Autorità idrica toscana. “Sia chiaro che l’assenza del dovuto provvedimento genererà una serie di dolorose conseguenze ripercuotendosi sull’occupazione andando pesantemente ad incidere sul benessere dei territori interessati. A repentaglio ci sono i finanziamenti per avviare gli interventi di dotazione e manutenzione della rete idrica e lo si comprende bene quanto siano fondamentali per il rilancio economico di molte aree già in difficoltà pre-Covid e messe in ginocchio dalla pandemia. Si perde altresì un’importante occasione – dicono – per dare una boccata di ossigeno all’occupazione che fa registrare dati allarmanti. Inoltre il mancato passaggio incide sulla revisione del piano tariffario che ha registrato l’aumento del 1° gennaio di quest’anno, non ancora in vigore, mache costringerà gli utenti a pagare anche gli arretrati. Il quaderno delle nostre doglianze si chiude con un doveroso interrogativo: perché i sindaci si astengono dal sollecitare alla presidenza della Regione Sicilia un parere definitivo sulla relazione da tempo inviata dalla commissione tecnica?”.

Secondo i sindacati, sulla questione le istituzioni locali e la politica appaiono “indolenti”. Anche per questa ragione, chiedono “uno scatto di orgoglio”. La vertenza idrica soprattutto in città è aperta da anni, con disservizi che sono all’ordine del giorno. L’avvento dell’Assemblea territoriale idrica dovrebbe assicurare un rafforzamento dei controlli sull’operato del gestore privato, la società italo-spagnola Caltaqua.

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