“Sfiduciare Greco adesso significa dargli un alibi”, Carfì: “Unità centrodestra? Non basta invocarla”

 
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Il coordinatore leghista Raffaele Carfì

Gela. “La Lega, fin dal primo istante, è stata alternativa all’amministrazione Greco. Non abbiamo mai condiviso il suo programma. Però, oggi, bisogna essere anche concreti. La sfiducia darebbe un alibi a questa giunta e allo stesso sindaco”. Il coordinatore leghista Raffaele Carfì è sempre più convinto che il rinvio della mozione, deciso ad inizio mese, sia stato una sorta di pietra tombale, anche politica, sull’eventuale fine anticipata dell’attuale esperienza amministrativa, che pare non avere consistenza per concretizzarsi. “E’ inutile girarci attorno – aggiunge – sfiduciare adesso il sindaco significherebbe dare la città ad un commissario, con una situazione finanziaria ancora assai incerta. Sappiamo benissimo che per fare gli interessi della città è sempre meglio avere un sindaco piuttosto che il migliore dei commissari. Per noi, Greco ha fallito politicamente ma sfiduciarlo rischierebbe di garantirgli un assist, a danno del centrodestra che verrebbe accusato di aver determinato il dissesto del Comune”. Ormai da qualche settimana, all’indomani della prima seduta sulla sfiducia, le valutazioni dei salviniani sono sicuramente meno tranchant rispetto a quelle di altri partiti di centrodestra, come Forza Italia e Fratelli d’Italia, che invece puntano ancora sulla chiusura anticipata del governo cittadino dell’avvocato. “Ognuno potrà agire come meglio crede – precisa Carfì – noi abbiamo maturato queste valutazioni, ripeto pur essendo stati da subito a favore della sfiducia, che andava votata nel corso della seduta del 2 maggio”. Il gruppo consiliare del partito ha proposto il ritiro delle firme senza però trovare riscontro dalle altre forze d’area.

Anche sull’appello all’unità Carfì ha una certa valutazione. “Sicuramente, è fondamentale avere un centrodestra locale unito ma sono comunque decisioni sulle quali incideranno le scelte nazionali e regionali – conclude – sento sempre più spesso parlare di unità ma questi appelli arrivano solo quando si è nell’imminenza di determinati appuntamenti o quando bisogna affrontare certi temi. Un tavolo è un punto di partenza inevitabile ma non mi pare che ci sia fretta di arrivarci. Ci sarà ancora tempo. Ogni forza ha le proprie proposte e sicuramente avrà nomi da sostenere”.

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