Sofia e Gaia soffocate dalla loro mamma, in pigiama hanno tentato di fermarla

 
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Gela. Maria Sofia e Gaia avrebbero tentato inutilmente di fermare la loro madre omicida. Indossavano ancora il pigiama quando sono state costrette ad una colluttazione nel loro appartamento di via Passaniti al civico 5. Ad avere la meglio sulle piccole di 9 e 7 anni è stata Giuseppa Savatta, la loro mamma di 41 anni. Le avrebbe costrette ad ingerire candeggina per poi soffocarle: riuscendoci.

Avevano ancora i segni al collo, forse per strangolamento, quando i primi soccorritori sono entrati nell’appartamento. Erano da poco scoccate le 12,30. Hanno risalito una rampa di scale prima di aprire la porta d’ingresso. Davanti ai loro occhi si è presentata una scena agghiacciante.

Le due sorelline, Maria Sofia e Gaia, erano prive di vita riverse sul pavimento di una stanzetta. A sentire le loro ultime urla sarebbe stata una vicina che abita al piano superiore dello stabile di due piani del centro storico della città. Si sarebbe affacciata al balcone attirando l’attenzione di alcuni passanti e dei muratori impegnati in un ponteggio allestito nello stabile dei nonni delle piccole, poco distante dalla scena del duplice omicidio. La donna, accusata di avere ucciso le figlie, avrebbe tentato di farla finita bevendo a sua volta della candeggina e cercando di soffocarsi con un flessibile della doccia del suo bagno. Un tentativo rivelatosi vano. Sul posto sono giunti prontamente i carabinieri del locale reparto territoriale, i poliziotti, i metronotte della società “La Sicurezza” e il personale del 118. A bordo di un’ambulanza la mamma omicida è stata trasferita in ospedale e consegnata ai sanitari del reparto di psichiatria.

Secondo gli inquirenti, Giuseppa Savatta, non avrebbe mai sofferto di problemi psichiatrici e nemmeno di piccoli disturbi mentali. Era una donna perbene. Rimane un particolare al vaglio degli inquirenti. Il padre di Giuseppa Savatta si era ucciso lanciandosi dal balcone al quinto piano di un appartamento di via Ettore Romagnoli.

Erano da poco scoccate le 18,14 quando l’ultimo dei due corpicini privi di vita ha lasciato l’abitazione a bordo di un furgone delle onoranze funebri. L’altro era uscito pochi minuti prima. I carabinieri hanno usato un lenzuolo bianco per coprire il passaggio delle due bare dagli occhi indiscreti dei curiosi che si sono riversati in strada. 

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