Sono passati otto mesi dall’accordo romano, il caso Eni tiene banco in Comune: “Siamo al collasso”

 
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Gela. Sono trascorsi otto mesi dalla firma dell’accordo che, lo scorso novembre, avrebbe dovuto mettere le basi per la riconversione della raffineria Eni e l’avvio del programma d’esplorazione ed estrazione in mare.

Gli imprenditori dell’indotto al bivio. Ad oggi, però, tanti dubbi avanzano. Per questo motivo, a Palazzo di Città, si sono riuniti i vertici confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e le rappresentanze datoriali, da Confindustria Centro Sicilia a Legacoop. Al tavolo convocato dal sindaco Domenico Messinese, c’erano anche Alfredo Barbaro, amministratore delegato di raffineria, e il presidente Enimed Massimo Barbieri. Molte aziende dell’indotto Eni sono sempre più in difficoltà. L’ammissione, questa volta, arriva da Giovanni Salsetta e Lorenzo Li Causi di Legacoop e dagli esponenti confindustriali Carmelo Turco, Rosario Amarù e Carlo La Rotonda. Senza un cambio di rotta, in molti rischiano di non poter andare avanti. La stagnazione sta preoccupando non solo gli operai sottoposti ad ammortizzatori sociali di vario genere, peraltro in scadenza, ma anche tanti imprenditori del settore. A questo punto, l’attenzione si sposta sull’iter autorizzativo necessario all’avvio dei primi interventi in fabbrica e, soprattutto, sul programma d’esplorazione ed estrazione in mare che ricomprende la costruzione della piattaforma Prezioso K.

Un tavolo unico…ma gli operai sono di nuovo in stato d’agitazione. L’amministrazione Messinese, adesso, punta ad un’unica cabina di regia che ricomprenda tutte le parti: coordinamento che dovrebbe essere assicurato dall’assessore alle attività produttive Simone Siciliano. Nel corso del confronto, i segretari confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Maurizio Castania e Franco Tilaro hanno chiesto che si accelerino le procedure per un incontro al ministero dello sviluppo economico. Lo stesso decreto per l’area di crisi complessa rimane al palo. I dubbi, comunque, non risparmiano neanche le compensazioni da 32 milioni di euro: non ci sarebbe nulla di ufficiale a confermare gli investimenti garantiti dalla precedente giunta retta dal sindaco Angelo Fasulo. Intanto, gli operai dell’indotto, usciti da un altro incontro con il sindaco Domenico Messinese, ritornano in stato d’agitazione. Temono per il loro futuro e si sono radunati davanti Palazzo di Città.

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