Spaccio in centro, Cassazione conferma le condanne dei coinvolti nel blitz “Supermarket”

 
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Gela. Sono diventate definitive le condanne emesse nei confronti degli imputati, coinvolti nell’inchiesta “Supermarket”. I magistrati della Corte di Cassazione non hanno accolto i ricorsi presentati dalle difese, che hanno impugnato le pronunce di secondo grado. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, decidendo sulle posizioni dei coinvolti, avevano disposto cinque anni di detenzione per Benito Peritore (difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio), sul quale pendevano le contestazioni più pesanti. Per gli investigatori, fu lui a gestire lo spaccio insieme ad alcuni familiari. Due anni e due mesi alla moglie, Concetta Liardo. Due anni e otto mesi per Carmelo Nicastro e tre mesi, infine, ad Alberto Drogo (difeso dall’avvocato Cristina Alfieri). L’unica riduzione, in appello, era arrivata per Antonino Raitano, condannato a due anni e otto mesi di detenzione (a fronte dei tre anni e quattro mesi di primo grado).

Le difese si sono rivolte ai magistrati romani di Cassazione, per cercare di ottenere pronunce favorevoli. Le ragioni avanzate dai legali, però, non sono state accolte. La zona dello spaccio fu videoripresa, nonostante il tentativo di danneggiare i sistemi collocati dai poliziotti, che avevano avviato l’indagine “Supermarket”. L’inchiesta, concentrata subito su quanto accadeva in via Abela, partì, almeno così spiegarono gli inquirenti, da una segnalazione anonima inoltrata attraverso l’app “Youpol”. C’era già stato un primo sequestro di droga a carico di Benito Peritore.

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