Spari contro un’abitazione, cadde accusa di tentato omicidio: fissato giudizio appello

 
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Alcune immagini usate dagli investigatori per ricostruire i fatti

Gela. L’accusa di tentato omicidio, in primo grado, venne derubricata in quella di minaccia aggravata. Giuseppe Benedetto Curvà fu condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. Saranno i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta a pronunciarsi. L’udienza è stata fissata, con la ripresa dopo la pausa estiva. Curvà (difeso dai legali Antonio Impellizzeri e Giovanni Lomonaco) sparò contro un’abitazione di via Annibal Caro, in pieno giorno. Per i legali, non lo fece per uccidere ma solo dopo essere stato vittima di un’aggressione in piena strada. Venne colpito con una pesante catena da un quarantenne, che patteggiò, e da un minore, a processo per questi fatti davanti ai giudici del tribunale nisseno. Per questa ragione, hanno insistito per l’assenza dei presupposti del tentato omicidio. Indicazioni accolte dal collegio penale del tribunale di Gela. Per gli investigatori, sparando mise a rischio l’incolumità di una giovane, presente nell’abitazione.

La ragazza, sentita in aula, ha comunque spiegato che Curvà non poteva sapere della sua presenza in casa. Secondo i difensori, sparò “per reazione” contro l’abitazione della famiglia del minore che aveva preso parte all’aggressione in via Bevilacqua. La Corte d’appello valuterà il ricorso dei legali dell’imputato.

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