Spari in via Ivrea, Igland Bodinaku si difende: spunta un terzo complice

 
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Gela. Ha respinto tutte le accuse chiedendo di poter visionare le immagini registrate che lo incastrerebbero. Il ventiquattrenne Igland Bodinaku ha risposto alle domande formulate, per rogatoria, dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltagirone.

Le accuse. E’ accusato, insieme al ventinovenne Antonio Radicia, di aver aggredito e successivamente intimidito il giovane Graziano Romano, sparando anche verso la sua abitazione. “Io non c’entro nulla – ha spiegato – è stato Romano a spararmi addosso in estate. Non ho mai sparato verso la sua abitazione e non sono io quello ripreso nei video”. In base alle accuse, sfociate nei due arresti eseguiti dai carabinieri del reparto territoriale, Bodinaku e Radicia, a bordo di due diversi motorini, dopo aver aggredito Romano, avrebbero sparato in direzione del suo appartamento di via Istria.

C’è anche un terzo complice? Bodinaku avrebbe agito a bordo di un motorino guidato da una terza persona che materialmente avrebbe esploso i colpi. Il presunto complice che indossava un casco non sarebbe stato ancora identificato. A questo punto, davanti alle dichiarazioni rese dall’indagato, non è da escludere che il suo legale di fiducia Carmelo Tuccio possa decidere di rivolgersi ai giudici del tribunale della libertà di Caltanissetta per ottenere un provvedimento diverso da quello della detenzione nel carcere di Caltagirone. Solo poche ore prima, Antonio Radica, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, aveva fermamente respinto qualsiasi accusa, sostenendo di non aver mai utilizzato armi.

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