Striscione contro Fasulo e Panebianco, tre assolti: multa Di Blasi per minacce all’ex sindaco

 
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Lo striscione venne esposto nell'area antistante palazzo di giustizia

Gela. Lo striscione venne esposto nell’area antistante palazzo di giustizia, nel 2015, in piena campagna elettorale per le comunali. Erano riportate richieste ai pm della procura per avviare indagini sul servizio rifiuti e su eventuali illeciti. Venivano chiamati in causa l’ex sindaco Angelo Fasulo e l’allora commissario Ato Giuseppe Panebianco, che si ritennero diffamati. Veniva citato anche l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta. L’ex dirigente comunale Roberto Sciascia e i rappresentanti delle associazioni “Amici della Terra” e “Aria Nuova”, Emanuele Amato e Saverio Di Blasi, sono stati assolti. La decisione è stata emessa dal giudice Miriam D’Amore, che di fatto ha accolto le indicazioni giunte già dal pm Pamela Cellura, che a conclusione dell’istruttoria dibattimentale non ha riscontrato elementi per ritenere che ci fossero gli estremi della diffamazione. Ha parlato dell’esercizio del diritto a “manifestare il proprio pensiero”, da parte di esponenti che erano anche impegnati in quella campagna elettorale. Di Blasi, invece, è stato condannato al pagamento di una multa da mille euro, con l’accusa di aver minacciato l’allora sindaco Fasulo. Sono stati infatti riuniti due diversi procedimenti. Da quanto emerso, Fasulo sarebbe stato minacciato al termine di una seduta di consiglio comunale, durante la quale c’era stata una protesta dei lavoratori dei servizi sociali. Di Blasi, anche questa mattina in aula, ha respinto gli addebiti, confermando invece quanto più volte denunciato sul servizio rifiuti e non solo. La sua difesa, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, ha fornito una ricostruzione dei fatti nettamente diversa da quella della procura. Non ci sarebbe mai stata alcuna minaccia all’allora sindaco Fasulo, così è stato ripetuto. L’accusa di minaccia è stata riconosciuta anche dal giudice, che ha invece assolto Di Blasi da altri reati, l’oltraggio e la diffamazione, così come concluso dal difensore. Lo stesso Fasulo, Panebianco e l’Ato sono stati parti civili nel procedimento, assistiti dagli avvocati Antonio Gagliano, Marco Granvillano e Rocco Scicolone, che invece hanno insistito affinché venissero riconosciute tutte le contestazioni, compresa la diffamazione legata allo striscione affisso.

Ci sono stati momenti anche piuttosto concitati, con la richiesta di trasmissione degli atti alla procura. I legali di Sciascia (l’avvocato Sergio Sparti) e Amato (l’avvocato Joseph Donegani) hanno invece ribadito l’insussistenza della diffamazione, a carico dell’ex dirigente municipale e del presidente dell’associazione “Amici della terra”.

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