Tombaroli profanano la villa greca di via Romagnoli

 
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Gela. Sono stati profanati i reperti d’interesse archeologico del costone di via Ettore Romagnoli. I tombaroli sono entrati in azione la scorsa notte, danneggiando parte dei resti di una villa greca venuti alla luce durante i lavori di edificazione di un nuovo complesso residenziale.

L’irruzione furtiva è stata segnalata dagli imprenditori titolari dell’area, alla soprintendenza ai Beni culturali coordinata da Salvatore Gueli e denunciata dai carabinieri del locale reparto territoriale di via Venezia.

I militari dell’arma hanno effettuato un sopralluogo e avviato le indagini. Non trapelano ulteriori indiscrezioni sull’inchiesta portata avanti dai carabinieri.

Il soprintendente ai Beni culturali del territorio nisseno preferisce mantenere il più stretto riserbo sull’azione vandalica mirata a trafugare oggetti da immettere nel mercato clandestino, pur ammettendo che “i tombaroli hanno creato seri danni ai reperti rinvenuti lungo il costone di via Ettore Romagnoli – spiega Salvatore Gueli – Non mancherebbe nulla ma procediamo con molta prudenza. Abbiamo avviato un inventario per comprendere meglio i danni arrecati al patrimonio archeologico della città.

Di certo siamo sgomenti davanti a episodi di tale portata. Siamo fiduciosi nell’operato delle forze dell’ordine. Carabinieri e agenti di polizia si sono messi subito a lavoro.

Le indagini potrebbero avere dei risvolti entro le prossime 48 ore”. Intanto l’irruzione dei tombaroli rispolvera l’emergenza salvaguardia dei beni archeologici. Lo stesso soprintendente ai Beni culturali non nasconde i disagi causati dalla ristrettezza dei fondi per garantire un controllo mirato dei siti.

“Sappiamo che occorre una maggiore vigilanza dei numerosi siti archeologici del territorio – conclude Gueli – Possiamo difendere il patrimonio compatibilmente con le forze a nostra disposizione”.

Lungo il costone di via Ettore Romagnoli per arginare il problema dei controlli, l’ormai ex soprintendente Rosalba Panvini, aveva dato parere favorevole ad edificare tra i rinvenimenti costringendo i proprietari degli immobili a farsi da garante per la salvaguardia degli stessi.

Eppure, nonostante i facoltosi proprietari abbiano un uso esclusivo dei siti di interesse archeologico, i tombaroli agiscono indisturbati creando danni irrimediabili.

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